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Popolare Bari, Baretta: tema è rilancio non rimborsi

21 Gennaio 2020

Il Fir c'è già e vareremo anche provvedimenti ad hoc se serve



Il governo vuole "evitare di introdurre un tema che è ovvio nella percezione generale ma che assumerebbe il significato di affermare "una presunzione sul fallimento della banca. Tutto il decreto è impostato per il contrario", cioè "lavorare sul rilancio". Così nell'Aula della Camera il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo 
Baretta, sulla richiesta di misure per rimborsi a favore dei risparmiatori. "E' scontato - ha detto Baretta - che affronteremmo anche con provvedimenti ad hoc se ci trovassimo in una condizione difficile" la questione dei risparmiatori. Il "Fir - ha puntualizzato - c'è già e non ci sarebbero problemi di accesso ma anche con provvedimenti ad hoc".


APPROVATO ALLA CAMERA IL DECRETO PER SOSTEGNO AL SISTEMA CREDITIZIO DEL MEZZOGIORNO

 

Abbiamo approvato alla Camera il decreto per il sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno e per la realizzazione di una banca d’investimento.

Non si tratta del semplice salvataggio della Popolare di Bari, ma dell’inizio di un lavoro importante per raggiungere gli obiettivi di ridare fiducia ai risparmiatori, ai lavoratori e creare le condizioni per un rilancio del territorio.

È quello che si ottiene quando la politica manda un messaggio positivo di dialogo e confronto e rifiuta la demagogia. La Banca del Mezzogiorno non dovrà essere un carrozzone, ma lavorerà in termini di mercato nell’opera di riequilibrio del costo del denaro, uno dei gap tra Nord e Sud del Paese.

Inizia, dunque, un lavoro serio per salvare la Banca Popolare di Bari e per realizzare la Banca del Mezzogiorno.

Un’ultima annotazione, colpisce come nel giro di pochi mesi siano completamente cambiate le condizioni del dibattito parlamentare rispetto al tema delle banche. Nella scorsa legislatura, con la foga della demagogia, si accusava il Pd di essere il partito delle banche, salvo poi copiare e incollare quegli stessi provvedimenti quando l’opposizione di ieri si è trovata al governo.

Oggi, con il progressivo e inesorabile ritorno alla realtà, è arrivato un voto pressoché all’unanimità dell’Aula. Ne prendiamo atto con soddisfazione, del resto non è con le urla e le falsità che si può fare il bene dei cittadini.

 

COSA PREVEDE IL DECRETO

La complessa operazione finanziaria è volta a consentire la promozione di attività finanziarie e di investimento, anche mediante l'acquisizione di partecipazioni al capitale di banche e società finanziarie, a sostegno delle imprese e dell’occupazione anche nel Mezzogiorno.

Le misure del provvedimento in esame si inseriscono pertanto nell'azione di rilancio della Banca Popolare di Bari (BPB), indispensabile per accompagnarla fuori dalla crisi che sta attraversando.

In conseguenza della procedura di amministrazione straordinaria cui è stata sottoposta la Banca Popolare di Bari lo scorso 13 dicembre da parte della Banca d’Italia il Governo è intervenuto con urgenza per assumere tutte le iniziative necessarie a garantire la piena tutela degli interessi dei risparmiatori e a rafforzare il sistema creditizio a beneficio del sistema produttivo del Sud.

Nessuna banca medio-grande può fallire senza creare seri problemi a risparmiatori, imprese, altri istituti di credito e persino al debito sovrano. Appare dunque ragionevole e necessario salvare la Popolare di Bari.

 

  • Ricapitalizzazione della Banca del Mezzogiorno – mediocredito Centrale

L’articolo 1, comma 1, dispone che siano assegnati in favore di Invitalia (Agenzia Nazionale per l'attrazione investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A.) uno o più contributi in conto capitale, fino all'importo complessivo massimo di 900 milioni di euro per l'anno 2020, interamente finalizzati al rafforzamento patrimoniale, mediante versamenti in conto capitale, a favore della società Banca del Mezzogiorno – Mediocredito Centrale S.p.A.

Questo progetto prevede a regime la trasformazione della banca in una società per azioni, con la copertura delle perdite che emergeranno a seguito delle valutazioni condotte dai commissari e la contestuale ricapitalizzazione della banca da parte di Mediocredito Centrale, del Fondo interbancario di tutela dei depositi e di altri investitori privati che potranno auspicabilmente essere individuati.

 

  • Risorse finanziarie

L'articolo 2 provvede agli oneri del provvedimento, pari a 900 milioni di euro per l’anno 2020, mediante l’utilizzo delle risorse iscritte sul capitolo 7175 dello Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze destinate alla partecipazione al capitale di banche e fondi internazionali, come rifinanziate con legge di bilancio 2019.



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