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Si riparte con importanti impegni a gennaio - di Nicola Corea

06 Gennaio 2020




Dopo le feste, a gennaio, la politica italiana riparte con numerosi appuntamenti di notevole importanza.

 

Prescrizione. La riforma Bonafede, che ferma la prescrizione dopo il primo grado di giudizio, è entrata in vigore dal primo gennaio, tuttavia, la maggioranza è in agitazione sul punto e il Pd propone un ritorno alla legge Orlando integrata dalla sospensione della prescrizione per un anno in più. L'intesa con il Movimento 5 Stelle appare complicata.

 

Referendum costituzionale taglio parlamentari. Il 12 gennaio scade il termine per la presentazione delle firme necessarie per chiedere il referendum costituzionale contro il taglio dei parlamentari. Il quorum di 64 firme è stato raggiunto in Senato. Il taglio dovrebbe essere confermato dal voto, tuttavia, non si può escludere che il Governo possa essere messo in difficoltà dalla tentazione di alcuni parlamentari di evitare la riduzione di 345 seggi tornando al voto anticipato.

 

Caso Gregoretti. Il 20 gennaio la Giunta per le immunità in Senato voterà sul caso Gregoretti. Si chiederà l’autorizzazione a procedere nei confronti del leader leghista Matteo Salvini per l'accusa di sequestro di persona. Il verdetto definitivo dell'aula è atteso per febbraio e sono possibili sorprese con il voto segreto. Ma già il 20 gennaio la maggioranza potrebbe vivere momenti di tensione perché mentre i 5Stelle - a differenza del caso Diciotti - sono pronti ad approvare la richiesta del Tribunale dei ministri, i renziani prendono tempo e hanno fatto sapere che devono prima studiare la documentazione e valutare con attenzione il caso.

 

Elezioni regionali. Il 6 gennaio sarà un giorno cruciale per il destino della legislatura. La Lega punta al pieno successo con la vittoria alle regionali sia in Calabria che in Emilia-Romagna. Certamente, in Emilia si gioca la partita politicamente determinante. Un'eventuale sconfitta del governatore uscente, Stefano Bonaccini, potrebbe compromettere la tenuta del Governo. Soprattutto se risultassero determinanti i voti dei 5Stelle, che in entrambe le regioni hanno rifiutato un'alleanza con il Pd. Se, invece, la destra, che si è affidata alla leghista Lucia Borgonzoni, non dovesse riuscire nell’impresa di espugnare il fortino del Pd, il Governo giallo-rosso potrebbe – con un nuovo cronoprogramma – avere maggiori possibilità di durare per tutta la legislatura.

 

 


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