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Baretta: “Avanti sul salva-Stati, non vedo punti critici” - L’intervista al sottosegretario all’Economia del Corriere della Sera

11 Dicembre 2019




di Andrea Ducci

«Le polemiche si sono stemperate. Questo è un percorso che non porta alla crisi, bensì a un assestamento del governo. Non sto minimizzando quanto accaduto, ma voglio dire che ci sono alcune condizioni, come la flessibilità sui conti pubblici ottenuta da Bruxelles, che conviene utilizzare nel migliore dei modi per proseguire con questo progetto politico».

Il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, si dice fiducioso che la risoluzione sul Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, in arrivo in Parlamento, dopo gli scontri delle ultime settimane, troverà la maggioranza unita.

Quale esito si profila sul Mes, il fondo salva-Stati?

«Mi pare che in queste settimane i toni e gli argomenti della discussione siano stati fin troppo caricati. Nel frattempo la scelta del governo di incaricare il ministro dell’Economia Gualtieri affinché trattasse per ottenere più tempo ha dato dei buoni risultati. Così come è positivo avere fatto chiarezza sull’esclusione dell’automatismo in caso di ristrutturazione del debito. Mi pare ci siano una serie di elementi che consentono alla maggioranza di presentarsi in Parlamento in modo unitario e in un clima fattivo. Le polemiche si sono stemperate».

Ma Di Maio annuncia l’introduzione di tutele per scongiurare alcune criticità. Per lei non restano punti critici nella risoluzione che vi apprestate a votare?

«A mio parere non ci sono punti critici. Capisco che si voglia discutere, per esempio, delle clausole di azione collettiva e del tipo di maggioranza necessaria per bloccare la ristrutturazione di un debito pubblico, e anche su altre questioni ci sono riflessioni in corso. Ma sono aspetti che stanno dentro il negoziato che ha fatto decisivi passi avanti».

Dall’opposizione Salvini e Meloni hanno lamentato la mancanza di trasparenza. Il governo cosa deve rimproverarsi?

«L’attuale governo non ha davvero niente da rimproverarsi. Salvini dovrebbe piuttosto rivolgersi all’esecutivo precedente, ossia al suo di governo, quello cioè che ha approvato il testo del Mes nel giugno scorso. Trovo che sia stata innescata una miccia politica che non poggia su basi reali. Il solo obiettivo è destabilizzare non tanto il governo, quanto il sistema paese».

Il leader della Lega ancora in queste ore, a proposito del Mes, dice basta con i favori alla Germania. È un’accusa fondata?

«Ma è una cosa ridicola. La tesi che così si aiuteranno le banche tedesche è fuorviante: si stanno creando le condizioni per aiutare tutti. Facciamo l’ipotesi che il sistema creditizio tedesco vada in crisi, si può credere che l’onda d’urto non arrivi da noi? Ecco, il sistema di protezione oggetto di tante paure e discussioni è in realtà a tutela di tutti».

Il presidente dell’Eurogruppo Centeno ha fatto notare che le preoccupazioni italiane sul Mes sono sembrate sproporzionate. Uno scontro politico così violento era evitabile?

«Molti scontri erano evitabili, ma è evidente che risentiamo di un clima turbolento e di una maggioranza costituita da forze politiche con caratteristiche e storie molto diverse. Questo però è un percorso che non porta alla crisi, bensì a un assestamento del governo».


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