Registrati

Privacy

Informativa ai sensi dell'art. 13 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196. La raccolta e il trattamento dei dati sono effettuati limitatamente ai fini connessi alla gestione operativa e amministrativa del servizio. I dati sono trattati con strumenti informatici e telematici e non saranno comunicati a terzi. Il titolare del trattamento è AreaDem.
* Acconsento al trattamento dei miei dati personali
Log in

 
Registrazione al sito - Login al sito

Manovra 2020, Baretta: 600 milioni aggiuntivi per le famiglie - interviste di Avvenire e de Il Messaggero

17 Ottobre 2019





Archiviato il primo passo verso la Manovra 2020, il Sottosegretario all’Economia e alle Finanze Pier Paolo Baretta, dalle colonne di Avvenire (intervistato da Nicola Pini) commenta i punti cruciali del documento che l’Esecutivo si appresta a presentare al Parlamento. Tra le principali misure, i ‘benefici’ in favore delle famiglie, per le quali verranno stanziati 600 milioni in più nel 2020 (confermati gli 1,3 miliardi di fondo previsti per lo stesso anno che riguardano le principali misure destinate a famiglia e natalità già in vigore), che cresceranno nel 2021 (1,044 milioni) e nel 2022 (1,244 milioni), per un totale di 2,5 miliardi da destinare ad asili nido, nascite, bonus bebè e altre forme di sostegno ai nuclei familiari.

Importanti misure, poi per quanto riguarda il cuneo fiscale, la lotta all’evasioneQuota 100 e la sostenibilità ambientale e l’aumento dell’Iva, che non avverrà, e che il Sottosegretario, nell’intervista di Andre Bassi a Il Messaggero, definisce “sterilizzata” per quest’anno e in via di “sterilizzazione anche per il prossimo”.

Importante anche il capitolo ‘cuneo fiscale’, che prevederà un confronto con le parti sociali e che, comunque, vede nei lavoratori i destinatari designati. Tre le ipotesi al vaglio: comprendere gli incapienti; ridurre la tasse alla ‘platea 80 euro’; oppure un’estensione della misura verso l’alto, fino ai redditi che raggiungono i 35.000 euro annui.

Tutto negli articoli di seguito:

Baretta: “Per le famiglie è solo l’inizio” – Intervista di Nicola Pini, Avvenire

“Aliquote ferme, ma adesso riapriamo una discussione sulle rimodulazioni” – Intervista di Andrea Bassi, Il Messaggero


Sottosegretario all'Economia Pierpaolo Baretta, dopo sei ore di consiglio dei ministri, la manovra e il decreto fiscale sono stati approvati "salvo intese". Su cosa manca ancora un accordo?
«E una formula classica. Serve a limare i testi, ma l'impianto della manovra è stato approvato».


Tutto risolto anche sui tetti al contante e sul carcere agli evasori?
«C'è un accordo su tutto. Il limite al contante scenderà da 3 mila a 2 mila euro e poi a mille. Le discussioni è normale che ci siano. Sottolinerei piuttosto l'aspetto positivo».


Qual e?
«E che al 16 di ottobre di fatto la manovra è stata approvata. Abbiamo rispettato in pieno la scadenza europea. Questo ci restituisce una grande credibilità con la Commissione».

Il premier Conte ha mandato un sms al ministro Gualtieri per dire che sull'evasione bisogna essere coraggiosi. E una manovra coraggiosa sull'evasione?
«Dalla lotta all'evasione arriveranno oltre tre miliardi che sono misurabili immediatamente».

Però dovevano essere sette, gli altri quattro, almeno a leggere il documento europeo, assomigliano molto a nuove tasse...
«Ci sono alcune tasse "orientate", il cui scopo è modificare i comportamenti. Sono prelievi su bevande gassate, imballaggi di plastica, giochi e tabacchi».

Però alla fine si potrebbe comunque obiettare che sempre di tasse si tratta.
«Non si può parlare ai convegni sempre di sostenibilità e poi non fare nessun provvedimento in questa direzione. E poi quasi la metà di quei 4 miliardi arriva dalla proroga dell'imposta sulle rivalutazioni che non è un balzello ma un vantaggio per le imprese».

Il governo è nato per sterilizzare gli aumenti Iva. La partita è definitivamente chiusa?
«L'Iva è totalmente sterilizzata per quest'anno. Poi abbiamo iniziato la sterilizzazione per il prossimo anno».

Quanto sarà necessario trovare per il 2021?
«Restano 18 miliardi, dieci in meno di quanto era previsto. E chiaro che il 2020 non può passare invano in attesa della prossima legge di bilancio».

Che significa, che la rimodulazione delle aliquote sarà un tema del prossimo anno?

«Dovremo discutere di una complessiva riforma fiscale che abbia come effetto una riduzione complessiva del carico fiscale».

Iva compresa?
«Una discussione sull'Iva come sulle spese fiscali va fatta. Meglio dirlo subito».

Perché non lo avete fatto subito, eppure ne avete discusso a lungo.
«Abbiamo tenuto conto che eravamo in una fase di avvio del governo. Però ora possiamo ragionare più serenamente su ritocchi per fasce di consumi di lusso a vantaggio di prodotti più popolari che riducano il prezzo del carrello della spesa. Penso sia proponibile agli italiani».

Come agirete, con una delega?
«E' una possibilità. Ma prima va fatta una discussione trasparente, e io penso sia bene inziarla non appena chiusa la legge di bilancio».

Il cashback, la restituzione di una parte della spesa, è stata rimandata al 2021 in attesa di questa discussione?
«La scelta di mettere a disposizione dal 2021 tre miliardi collegati alla lotta all'evasione fiscale attraverso delle restituzioni collegati all'uso della moneta elettronica, è stata presa indipendentemente dalla riforma fiscale».

Per il taglio del cuneo fiscale, ossia le tasse che pesano sulle buste paga, è stato deciso un fondo di tre miliardi. Ma chi saranno i beneficiari?
«Ci sarà un confronto con le parti sociali. Le ipotesi prevalenti sono tre. La prima è di spalmare dal basso comprendendo gli incapienti. Ma credo che per gli incapienti sarebbe meglio avere politiche specifiche. La seconda proposta sarebbe di sovrapporre il cuneo alla platea degli 80 euro. Tecnicamente è la più semplice. La terza, quella per cui propendo, sarebbe di allargare la platea fino a 35 mila euro. Si tratta di altri 4 milioni di persone, il beneficio sarebbe diffuso».


Quota 100 resta o in Parlamento si rivedrà?
«Resta. Semmai anche in questo caso sarebbe opportuno iniziare da subito una discussione con le parti sociali perché a un certo punto Quota 100 termina. E come si esce da Quota 100 è importantissimo».

Il green new deal si farà?
«Ci sono 55 miliardi in 15 anni. Nei primi tre anni destineremo al progetto 17 miliardi».

Andrea Bassi 


Commenta... oppure


torna su

Agenda

DoLuMaMeGiVeSa
1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30

Rassegna stampa