Registrati

Privacy

Informativa ai sensi dell'art. 13 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196. La raccolta e il trattamento dei dati sono effettuati limitatamente ai fini connessi alla gestione operativa e amministrativa del servizio. I dati sono trattati con strumenti informatici e telematici e non saranno comunicati a terzi. Il titolare del trattamento è AreaDem.
* Acconsento al trattamento dei miei dati personali
Log in

 
Registrazione al sito - Login al sito

Sconfiggere la propaganda, costruire l'alternativa - la newsletter di Chiara Braga

30 Giugno 2019



Leggi Tutto

Qualche giorno fa, nel pieno della vicenda della Sea Watch, ho ricevo un sms da un amico che mi ha fatto riflettere. Il tenore era più o meno questo: “Mi dispiace, ma con questa vicenda della Sea Watch Salvini guadagna altri 3 punti: fa solo propaganda, non si occupa di risolvere i problemi ma alla fine è sempre lui che dà le carte”.
Ovviamente gli ho risposto subito spiegandogli che da settimane noi denunciamo esattamente questo: che da Ministro dell’Interno Salvini è stato assente in Europa a 6 riunioni su 7 in cui si prendevano decisioni importanti sulla gestione dell’immigrazione, che mentre si impedisce ai 42 migranti della Sea Watch di toccare terra gli sbarchi sulle coste del mediterraneo e persino a Lampedusa continuano ininterrotti anche in queste ore, che mentre si esasperano sempre più i toni attorno a questa vicenda la situazione economica del Paese precipita in decine di crisi aziendali, imprese che chiudono e migliaia di licenziamenti.
Eppure mi rendo conto che il problema c’è ed è molto serio: come si fa a smontare la propaganda di Salvini mettendo gli italiani di fronte alle vere questioni di cui dovrebbero preoccuparsi e per cui dovrebbero finalmente reagire? Come si fa a convincerli che nessuno dei loro problemi dipende dalla sorte di quelle 42 persone su cui si accanisce il Ministro dell’Interno e con lui tutto un Governo che nell’arco di un anno ha buttato all’aria i conti pubblici, bloccato gli investimenti, fatto aumentare le tasse e tagliato i soldi a sanità e servizi per i cittadini?
Serve uno sforzo straordinario per ribaltare questa gigantesca operazione di distrazione di massa che rischia di imbrigliare anche l’opposizione e rendere così ancora più faticosa la costruzione di un’alternativa. Sia chiaro: di fronte alla cattiveria che diventa istituzione non c’è dubbio da che parte stare. Hanno fatto bene i colleghi parlamentari del PD ad andare a Lampedusa e a contribuire fino all’ultimo alla ricerca di una soluzione possibile e ordinata alla sbarco dei migranti della Sea Watch, così come è stata giusta la richiesta (inascoltata) del nostro segretario Zingaretti al Presidente del Consiglio di affrontare finalmente in modo serio e responsabile la questione dell’immigrazione. È doveroso opporsi econtrastare in ogni modo le campagne di odio e di intolleranza che girano sui social network, in molti casi costruite proprio da politici appartenenti alle forze di destra, di governo e di opposizione. Dobbiamo continuare a farlo con tutte le nostre forze, ma ancora più forza dovremmo metterla nel denunciare i danni enormi che questo Governo sta producendo ogni giorno al Paese. Salvini vuole convincere gli italiani che il problema sono i 42 migranti della Sea Watch, obbligando tutti a discutere e a scontrarsi su questo, così che non si parli del fatto che per colpa sua e dei suoi compagni di Governo le fabbriche stanno chiudendo e mettendo in cassa integrazione centinaia di persone. Che per colpa di una legge pasticciata fatta dal Governo di cui lui fa parte (non solo l’altro disastroso ministro in-competente Di Maio) l’attuale proprietario dell’ex Ilva a Taranto ha annunciato che chiuderà l’attività a settembre, lasciando per strada 14.000 lavoratori dell’indotto dell’acciaio, bruciando più di un punto di PIL e soprattutto condannando Taranto a rimanere senza bonifiche per decenni e i tarantini a non avere alcuna garanzia di miglioramento dell’ambiente e della loro salute. Che gli italiani rischiano di subire le conseguenze dirette e pesanti di una procedura di infrazione dall’Europa – dove i massimi sostenitori della linea dura contro l’Italia sono i Paesi sovranisti dell’est, Ungheria in testa, ovvero quelli che Salvini considera suoi alleati ma che evidentemente sono nemici dell’Italia – o che, alla meno peggio, subiranno una manovra finanziaria che vedrà l’aumento dell’Iva e il taglio alle risorse destinate a servizi fondamentali per le fasce di popolazione più deboli e fragili.
Mi rendo conto che c’è una differenza che può sembrare incolmabile tra la semplicità del messaggio che strumentalmente viene fatto passare sull’immigrazione e la fatica di spiegare queste cose, peraltro molto sgradevoli per gli italiani.
Ma forse bisognerebbe cominciare ad affermare ripetutamente e a voce alta a chi incontriamo per strada o sull’autobus e che sentiamo lamentarsi per il figlio che ha perso il lavoro, per il trasporto pubblico che non funziona o per i rifiuti che invadono le strade a Roma che nessuno di questi suoi problemi dipende da uno dei migranti arrivati sulle nostre coste ma che, semplicemente, la colpa è di Salvini e Di Maio. Dovremmo iniziare a tartassare chiunque ci capita a tiro con un messaggio altrettanto semplice, ma nel nostro caso corrispondente alla verità: i responsabili dei loro problemi sono Salvini e Di Maio perchè anziché governare sono troppo impegnati a farsi selfie e litigare, a pensare a come restare incollati al potere anziché a lavorare nei Ministeri sulle crisi aziendali, a sostenere le imprese che investono, a guadagnare credibilità in Europa per cambiarla davvero in meglio.
E insieme a questo destinare ogni nostra energia a spiegare in modo semplice e chiaro quali sono risposte che noi vogliamo dare ai problemi degli italiani: sullavoro, sulla casa, sul bisogno di curarsi e anche sul fenomeno complesso dell’immigrazione che - ci piaccia o no, a torto più che a ragione - è diventato il bersaglio di ansie e paure che hanno bisogno di trovare un “colpevole” su cui scaricarsi. Insomma, iniziare noi a “dare le carte”, smettendo di inseguire Salvini sui suoi temi e imponendo un terreno nuovo su cui misurarci. Non è un lavoro facile, tutt’altro; servono risorse e capacità per smontare il sistema che oggi c’è e serve indirizzare lo sguardo fuori da noi, smettendo di pensare al nostro ombelico.

Insieme ai colleghi della Segreteria nazionale abbiamo iniziato a lavorare in queste settimane con questo spirito alla costruzione di un’alternativa sempre più necessaria e urgente: lunedì Nicola Zingaretti e con lui tutto il PD inizierà un viaggio tra l’Italia che soffre e l’Italia che cresce, per stare nella quotidianità dei problemi, per confrontarci con tutte le energie e le risorse che ci sono nella società e con cui abbiamo il dovere morale, prima che politico, di lavorare per sconfiggere il prima possibile questo Governo pericoloso e dannoso per gli italiani.



Commenta... oppure


torna su

Agenda

DoLuMaMeGiVeSa
1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30

Rassegna stampa