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Nuovo “contratto” Salvini-Di Maio - di Nicola Corea

07 Giugno 2019

 

Durante il noto incontro di qualche giorno fa, Salvini e Di Maio hanno ridefinito il “contratto” di governo su cui si basa la disastrosa alleanza gialloverde.

Per evitare l’immediato ritorno alle urne e consentire la sopravvivenza del Governo Conte, sono stati frettolosamente concordati quattro punti programmatici. Accolti senza condizioni, i diktat leghisti in materia di Codice appalti, sicurezza, autonomie e riduzione tasse.

 

Codice appalti. La Lega ha proposto la sospensione per due anni del Codice degli appalti. Ancorchè i 5S abbiano manifestato dubbi, Salvini ha avuto la meglio piegando il debole alleato. Infatti, il 5 giugno scorso, il Senato ha dato via libera al superemendamento che sospende fino al 31 dicembre 2020 l'obbligo per i Comuni di fare gare attraverso le stazioni appaltanti. I Comuni, inoltre, non avranno più l’obbligo di scegliere i Commissari di gara tra gli esperti iscritti all’albo Anac. Resterà, invece, il limite ai subappalti per un massimo del 40% e l’obbligo di indicare la terna dei subappaltatori in sede di offerta per le gare sopra la soglia comunitaria.

 

Sicurezza. Già questa settimana arriverà in Consiglio dei Ministri il decreto sicurezza bis preteso da Salvini, che irrigidisce ulteriormente le sanzioni contro le Ong e prevede che a vietare o limitare il transito e la sosta nel mare italiano delle imbarcazioni con a bordo migranti, sia il Ministero dell'Interno e non più il Ministero delle Infrastrutture.

Molti i dubbi sull’opportunità del provvedimento e sulla sua legittimità costituzionale.

 

Autonomie. Benchè la richiesta di maggiore autonomia avanzata dalle Regioni del Nord con il sostegno della Lega, non abbia mai convinto i componenti del M5S, ora sono tutti pronti ad approvarla purché – dicono i grillini - il Meridione non venga penalizzato. Il rischio è di aggravare il già ampio divario Nord-Sud.

Prima delle elezioni europee, il M5S aveva alzato le barricate contro la proposta leghista. Ora, nonostante i voti presi al Sud, unica parte d'Italia  in cui i grillini resistono, Di Maio cede a Salvini pur di rimanere in Parlamento e tirare a campare.

 

Tasse. Almeno a parole, Lega e M5S sono concordi nel bloccare un aumento delle tasse.  Come conseguire l’obiettivo, tuttavia, non è stato ancora spiegato, dal momento che non sono state individuate le necessarie coperture.

La Lega vuole estendere la flat tax, già attiva per le partite Iva con ricavi fino a 65mila Euro, ai redditi Irpef fino a 50mila Euro e alle imprese. Tuttavia, finanziare la riforma in deficit sarebbe un'ennesima sfida all'Europa che, nel frattempo, ha già avviato una procedura di infrazione per debito eccessivo contro l’Italia. L'unica strada percorribile è quella dell'aumento dell'Iva con pesantissime conseguenze sulle famiglie.


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