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Per amore dell'Italia - la newsletter di Chiara Braga

07 Aprile 2019



Questa settimana la Camera dei Deputati ha approvato una mozione del PD, a mia prima firma, sui cambiamenti climatici. Abbiamo voluto mettere al centro della discussione uno dei temi su cui sto lavorando con più impegno, un tema che riguarda il presente e il futuro del pianeta e insieme gli interessi più concreti dell’Italia e dell’Europa.  
Sappiamo che non c’è più tempo: l’Accordo di Parigi sul clima del 2015 deve essere attuato, anche se siamo in ritardo e la direzione di marcia intrapresa non è sufficiente. La strada per la sua attuazione procede con lentezza e fatica; in Polonia, qualche mese fa nella COP24, si sono fatti solo timidi passi in avanti, seppur importanti. E però proprio l’Europa continua ad avere una centralità assoluta, tanto più in vista delle prossime elezioni europee, perché dalla sua capacità di rilanciare unruolo di leadership su questi temi - quel ruolo importante giocato a Parigi nel 2015 proprio per il raggiungimento dell’Accordo - dipende gran parte della possibilità di orientare verso il giusto verso l’azione globale per il clima. Ecco perché nella nostra mozione abbiamo dedicato una parte importante degli impegni che chiediamo al Governo italiano proprio alle posizioni da sostenere con più decisione a livello europeo. I segnali non sono dei migliori: nel Consiglio europeo del 22 marzo sul tema dei cambiamenti climatici purtroppo si è concluso senza nessun impegno a prevedere la“carbon neutrality” per tutta l’Ue entro il 205 e il Governo Lega-5S si è schierato al fianco dei Paesi riluttanti o addirittura contrari a questa misura (Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca). Una scelta miope e che contraddice le tante affermazioni spesso enfatiche che continuiamo a sentire su questi temi: un tradimento alle promesse fatte ai tanti giovani scesi in piazza il 15 marzo e ogni venerdì per chiedere anche al nostro Governo più coraggio e coerenza. Coerenza che non c’è: purtroppo il Piano nazionale integrato per l’Energia e il Clima è inadeguato rispetto all’ambizione dell’Italia di porsi in un ruolo di capofila nella transizione energetica e nelle politiche di adattamento ai cambiamenti climatici. Obiettivi persino più bassi di quelli già fissati a livello europeo! Che fine hanno fatto tutte le chiacchiere che i colleghi del M5Stelle facevano dai banchi dell’opposizione, quando accusavano i Governi di centrosinistra di “non fare abbastanza”? È stato evidente nella discussione alla Camera di questi giorni che anche in questo caso a “comandare” sono le ragioni della Lega, che non dimentichiamolo, non ha votato l’Accordo di Parigi e che anche su questi temi evidentemente si trova in grande sintonia con i Paesi di Visegrad che sono il vero freno ad un’azione più incisiva dell’Europa. Le critiche al Governo italiano non vengono solo dalle opposizioni e dalle associazioni ambientaliste ma anche da molti rappresentanti dei settori economici che già hanno compreso l’importanza e scelto la via della green economy. Per questo abbiamo chiesto al Governo quel Piano e di adottare misure davvero coerenti con gli obiettivi europei e internazionali stabiliti dall'Accordo di Parigi del 2015: fissare un target di riduzione delle emissioni al 2030 pari o superiore a quello europeo del 40 per cento e una quota di energia prodotta da fonti rinnovabili significativamente superiore al 32 per cento entro il 2030 oggi prevista a livello europeo; e di sostenere con forza a livello europeo la proposta di arrivare alla carbon neutrality entro il 2050. Abbiamo ottenuto l’impegno a lavorare concretamente per lacandidatura dell'Italia ad ospitare la Cop26 sul clima nel 2020: un obiettivo possibile e importantissimo, al di là della valenza dell’evento in sé. Il Governo esca dall’ambiguità e colga insieme l’opportunità di poter contare sulla presenza di istituzioni pubbliche e private che su questo tema, in particolare a Milano e in Lombardia, rappresentano già oggi eccellenze e riferimenti a livello europeo e mondiale.
Abbiamo sottolineato anche la nostra preoccupazione per il ritardo con cui il nostro Paese sta perseguendo gli obiettivi dello sviluppo sostenibile. Nonostante l’inserimento degli indicatori del BES nella legge di bilancio durante i Governi PD, l’Italia non è su un sentiero di Sviluppo Sostenibile; l'ASVIS presentando a febbraio il proprio Rapporto ha osservato come nella legge di bilancio per il 2019 non c’è quell'inversione di tendenza in grado di garantire i giusti investimenti per la transizione ecologica del Paese. Ecco perché abbiamo chiesto al Governo di attuare la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, rendendo pienamente operativa la Commissione nazionale e di assumersi l’impegno a inserire il principio dello sviluppo sostenibile in Costituzione
L’Italia, nonostante le buone cose fatte dai nostri governi (certo, anche insieme a qualche errore e occasione mancata) ha ancora molta strada da fare
Il Partito Democratico - che ha tra le sue culture fondative quella ambientalista - deve tornare a rilanciare con forza, in Italia e in Europa, la battaglia per un nuovo modello di sviluppo fondato sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale e sulla lotta alle disuguaglianze, derivanti anche dall’esposizione agli impatti dei cambiamenti climatici. La sostenibilità ambientale è oggi ancora percepita come un vincolo, quando invece rappresenta  una straordinaria opportunità di sviluppo, innovazione e competitività. Oggi più che mai, accanto alla capacità di generare sviluppo economico, occorre garantire l’equità e la sostenibilità di quello sviluppo. Produrre e distribuire secondo giustizia esige che i risultati della crescita vadano a beneficio di tutti. È quell’idea di economia giusta, a cui dobbiamo orientare le nostre scelte: un grande motore di sviluppo trasversale che coinvolge interi settori e filiere e che va dalla rigenerazione urbana alla lotta contro il dissesto idrogeologico, dalla qualità, tracciabilità e sicurezza dei prodotti agroalimentari alla riconversione green delle aziende, dalla mobilità sostenibile fino alle energie alternative e all’economia circolare.
La discussione fatta in Parlamento in questi giorni è servita a chiarire – e lo hanno dimostrano i pareri contrari del Governo ad alcuni punti irrinunciabili della nostra mozione – qual è la vera posizione della maggioranza (Lega e 5Stelle responsabili in egual misura) e dell’esecutivo su questi temi: contrari all’inserimento del principio dello Sviluppo Sostenibile in Costituzione, contrari all’eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi, contrari a rivedere al rialzo gli obietti di riduzione delle emissioni e di produzione di energia rinnovabile. Anche per questo, oltre che per tutti gli errori e i disastri che sta facendo, questo Governo deve andare a casa al più presto.

In questo weekend il PD ha iniziato anche su questi temi la sua mobilitazione sul territorio“Per amore dell’Italia” con il tesseramento 2019 e molte iniziative che preparano gli appuntamenti elettorali delle amministrative e delle europee di fine maggio: grazie a tutti i nostri iscritti e sostenitori che si sono spesi con la generosità e la passione di sempre!

Due sole parole per condividere l’orgoglio con cui ho partecipato sabato mattinaall’inaugurazione de “I prati del ceppo” e delle aree di laminazione del torrenteLura. Un progetto importante che riguarda i territori dei Comuni di Bregnano e Lomazzo e dell’intero Parco del Lura, che ho seguito fin dai suoi inizi, prima come amministratore comunale e anche nel mio ruolo di deputata del territorio. Sono molto orgogliosa del risultato che oggi abbiamo festeggiato insieme ai molti cittadini presenti e ai tanti protagonisti di questi anni: la testimonianza che opere complesse come questa si possono fare e fare bene, addirittura migliorandole grazie al contributo e alla partecipazione vera delle comunità. L’esatto contrario del “NO a tutto” e dell’egoismo dei “padroni a casa nostra” sbandierato da chi oggi sta al Governo: qui si è realizzata un’opera importantissima per rendere più sicuro il territorio e i Comuni a valle del torrente Lura e che oggi è stata restituita alla comunità, per essere vissuta nella sua bellezza ogni giorno.


APPROVATA LA MOZIONE PD PER IL CONTRASTO
AL CAMBIAMENTO CLIMATICO E LA CANDIDATURA DELL'ITALIA AD OSPITARE LA COP26 SUL CLIMA NEL 2020
Intervento in Aula

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