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Le donne del Partito democratico - lettera di Patrizia Toia al direttore del Corriere della Sera

01 Aprile 2019

Caro direttore,
raccolgo, come donna e come capodelegazione del Pd al Parlamento europeo, la domanda «dove sono le donne del Pd?», posta da Beppe Severgnini sul Corriere di ieri.
 

Il Pd più di ogni altro ha difeso la parità di genere

Per correttezza dobbiamo subito dirlo: anche nel Pd, il partito che più di ogni altro ha difeso la parità di genere sia nelle politiche proposte e praticate quando era al governo e anche ora in Parlamento, sia nella rappresentanza a ogni livello, i risultati non sono sufficienti e soprattutto non rispecchiano le migliaia di Donne Democratiche, bravissime per preparazione e competenza che ogni giorno fanno politica nei circoli, nei Comuni, nelle Regioni e in Parlamento e si assumono grandi responsabilità.
 
Queste donne, meravigliosamente complete, hanno una famiglia, dei figli e un’occupazione, ma non rinunciano a coltivare la passione e l’impegnopolitico, nella maggioranza dei casi lontane dai riflettori e quindi spesso poco conosciute.
 

Un impegno qualitativo e quantitativo

Ad esempio il sindaco migliore del mondo, secondo il World Mayor Prize 2018, è la sindaca Pd di Ancona, Valeria Mancinelli. Il segretario metropolitano di Milano è, guarda un po’, una segretaria. E, per stare alla Lombardia, sono donne anche le segretarie di Lecco e di Lodi.
 
Quanto al Parlamento europeo, la delegazione Pd conta al momento 26 membri, di cui 12 donne.
 
Se la delegazione degli eurodeputati Pd fosse l’intero Parlamento, con la nostra quota del 46% di rappresentanza femminile saremmo un Parlamento più paritario di quello svedese, al 43,6%, di quello europeo, al 36,8% e di quello italiano, al 35%.
 

Un dibattito pubblico sui meriti più che sui ‘personaggi’

Se ci fosse un dibattito pubblico più puntuale e attento ai meriti piuttosto che solo ai nomi o alla fama mediatici, o alla ricerca comunque di «personaggi», le tante donne del Pd che fanno politica seriamente avrebbero più spazio per far conoscere la qualità del loro lavoro.
 
Perciò intendo le sue parole come un forte sprone per il Pd e per noi Donne Democratiche a non stare troppo «dietro le quinte», a imparare di più «a far valere» il nostro lavoro che nella vita politica e amministrativa è di grande spessore, vivacità e competenza.
 
Patrizia Toia, Capodelegazione Pd al Parlamento Europeo


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