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“Per amore dell’Italia”. Zingaretti lancia la mobilitazione Pd

26 Marzo 2019

Il Segretario Pd in direzione nazionale apre al tesseramento del partito lanciando tre giornate di mobilitazione il 5, 6 e 7 aprile




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“Stiamo vivendo un momento delicatissimo della storia della Repubblica e io credo che questo momento debba richiamarci tutti a uno sforzo di serietà, di sobrietà e di spirito unitario e da parte mia di capacita di ascolto”.

Nicola Zingaretti, dopo le elezioni in Basilicata, apre la prima direzione nazionale da neosegretario aprendo al tesseramento del partito  e lanciando tre giornate di mobilitazione del Pd il 5,6 e 7 aprile. “Non sarà solo l’inizio della campagna elettorale ma anche l’inizio della mobilitazione del Pd e l’inizio della nostra campagna di denuncia contro il governo con lo slogan ‘Per amore dell’Italia’. Tutto il gruppo dirigente deve essere coinvolto”.

“Queste tre giornate, il 5, 6 e 7 aprile tutto il gruppo dirigente del Pd deve viverlo come inizio, non solo della campagna elettorale, ma come l’inizio del lavoro del pd dentro la pancia del Paese”, ha spiegato ancora Zingaretti. “C’è una grande disponibilità e un interesse suscitato da questa nostra iniziativa, lo abbiamo visto dai sondaggi, c’è un movimento che può tornare ad essere credibile”, ha osservato.

Zingaretti decide di guardare avanti e ragionare sull’appuntamento elettorale del 26 maggio. Quel giorno, oltre alle elezioni europee, si voterà in quasi 4.000 comuni e in cinque capoluoghi di regione (Bari, Campobasso, Firenze, Perugia e Potenza). Inoltre si rinnoverà anche il consiglio regionale del Piemonte. Dunque saranno elezioni molto importanti.

“E’ a fronte di questa consapevolezza che credo sia giusto che in questa occasione si cominci a prendere le misure per le prossime settimane e scatenare una reazione collegiale per fermare la deriva di questo paese” ha aggiunto Zingaretti che in questa occasione chiede ufficialmente il mandato per ragionare di alleanze in vista delle prossime elezioni amministrative e delle elezioni europee.  Ora più che mai infatti chiudere in tempi brevi le liste e le alleanze, specialmente per le amministrative e regionali, è fondamentale per affrontare al meglio una campagna elettorale che sarà lunga e difficile.

La direzione serve anche a ragionare sull’esito dell’ultima tornata elettorale: “Sulla Basilicata non c’è da parte mia alcun intento consolatorio: non siamo riusciti a presentare il simbolo del Pd, ma un simbolo dentro un’altra dicitura, con 4 liste che insieme hanno ottenuto un risultato e una raccolta di consensi ragguardevole. E’ evidente che è un esito preoccupante per la Regione in cui si è svolto e ci spinge a riaprire una discussione e un confronto fra di noi per indagare lo stato di salute del partito e rimettere in campo nei territori una forza politica unitaria che si confronta. Dentro questo quadro molto preoccupante si confermano delle tendenze, con la conferma della leadership della Lega nel centrodestra e nella alleanza di governo”.

“Un voto preoccupante perchè – ha osservato ancora – si inserisce in una scia, in una tendenza che sembra, allo stato dell’arte, inarrestabile. Ma si confermano altre tendenze che aprono una speranza su cui lavorare: la speranza che ci consegna dopo l’Abruzzo, dopo la Sardegna e la Basilicata è quella di un campo che tiene e ripropone all’Italia un nuovo possibile polarismo, da una parte un centro sinistra con dentro un Pd da rafforzare e su cui scommettere, e una destra che, rispetto alle tendenze post politiche, ci consegna una tendenza storica. In Italia c’è una alternativa possibile e questa siamo noi e quello che dobbiamo costruire insieme. Credo, ovviamente, che il voto confermi che abbiamo ancora un nodo irrisolto che è non aver trovato ancora le parole per intercettare in automatico un possibile sfarinamento del M5s”.

Per le amministrative sembra si stia ragionando su una alleanza che comprenda Leu, Italia in Comune, Democrazia Solidale e Più Europa, ma naturalmente in ogni territorio ci sono specificità diverse. Per quello che riguarda le Europee, invece, non sembra ci sia la possibilità di alleanze, ma una lista aperta e allargata alle realtà civiche e sociali.

“E’ ora di riaprire una stagione di ricostruzione intorno al Pd che vale per entrambi gli appuntamenti, sia le amministrative che le europee. Alle amministrative- aggiunge- si voterà in 3863 comuni italiani, voteranno 17 milioni di cittadini. Siamo già a buon punto nella costruzione di alleanze che rendano prevedibile l’individuazione del candidato sindaco. Ma a volte siamo noi che dividendoci impediamo la costruzione di alleanze unitarie. Non possiamo gridare al pericolo dell’onda nera e poi dividerci su Tizio e Caio. Il gruppo dirigente deve inviare un messaggio ai territori: voltiamo pagina”.

“Facciamoci trovare aperti e pronti: c’è Pizzarotti e Italia in comune, liste civiche spesso legate a sindaci e ex sindaci che comunque sono stati argine allo sfondamento del centrodestra e di M5s, c’è +Europa, Democrazia solidale, un piccolo movimento legato all’associazionismo cattolico, c’è Articolo 1, c’è il Partito socialista. C’è una inaspettata reazione positiva che ogni giorno si esprime nel paese in tanti modi: la manifestazione di Milano, la manifestazione dei giovani, l’assemblea degli imprenditori, la risposta al congresso di Verona. Valutiamo se fare una grande assemblea nazionale di tutte e tutti i candidati sindaci dei 3mila comuni per far vedere a casa che c’è un paese che si muove in sintonia”.


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