“È stata per me una giornata particolarmente gratificante ed emozionante.
Ieri, a Roma, al seminario nazionale sul regionalismo differenziato, è stato, infatti, evidenziato e riconosciuto il lavoro svolto sul tema dal sottoscritto durante questi mesi e il merito politico di aver sollevato, per primo, nel Mezzogiorno, la questione. Non ho remore nell’affermare che il mio intervento ha, altresì, permesso di rompere un certo "ecumenismo" e un eccessivo “ammorbidimento” che stavano caratterizzando il dibattito: ho denunciato le responsabilità passate e recenti del gruppo dirigente nazionale del Pd, la sua mancanza di visione organica del Paese e il suo appiattimento sugli egoismi nazionali e territoriali interpretati e rappresentati dalla Lega”. Ad affermarlo è il consigliere regionale e leader di Zonadem Mimmo Bevacqua, che ha partecipato all’incontro nella sede del Pd nazionale, unico rappresentante calabrese insieme al sindaco di Reggio Falcomatà. Presenti parlamentari nazionali, europei e consiglieri regionali del Friuli, della Lombardia, dell’Emilia, della Campania e del Molise. “Prendendo la parola – prosegue Bevacqua - non mi sono addentrato, volutamente, in disquisizioni giuridiche e normative, rispetto alle quali, mi è parso opportuno che l’analisi fosse demandata agli illustri esperti presenti, a cominciare dal professor Viesti, delle cui delucidazioni abbiamo fatto tesoro per rendere più robuste e più chiare le nostre conoscenze in materia. Ho tenuto, piuttosto, a evidenziare l'errore commesso dall'Emilia-Romagna nel dare copertura al Veneto e alla Lombardia; invitando, nel contempo, a ritrovare le ragioni della casa comune Pd, ho raccolto l’adesione dei parlamentari, nonché dell'ex ministro dell'Interno Enzo Bianco”. “La questione principale – conclude Bevacqua - che sgombra il campo da ogni possibile fraintendimento, è che Veneto, Lombardia ed Emilia stanno usufruendo di uno strumento, quello del terzo comma dell’art. 116, che è in astratto pienamente legittimo, ma che sta in piedi solo se contestualizzato organicamente con il resto del nostro ordinamento costituzionale e normativo. La battaglia da portare avanti è eminentemente politica e non ci possiamo permettere di abbassare la guardia o, tantomeno, di demordere. Una forza autenticamente progressista, quale è e deve sempre di più essere il Pd, non può prescindere dall’agganciare la propria azione ai capisaldi dell’uguaglianza sostanziale e della coesione nazionale”. Al termine dell’incontro è stato elaborato un documento da inviare al neo segretario Zingaretti, al fine di far divenire centrale il tema dell’approccio corretto alle autonomie nell’azione politica del Pd ad ogni livello.