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Competenza e fiducia, infrastrutture utili al Paese - la newsletter di Chiara Braga

18 Febbraio 2019


Questa settimana due vicende parallele mi hanno vista impegnata in Parlamento su un tema comune: quello delle infrastrutture, di cui il nostro Paese ha bisogno e che fatica così tanto a realizzare. Due opere molto diverse, per dimensione, natura e condizione, ma accomunate da alcune caratteristiche. Mi riferisco alla TAV, oggetto di dispute e divisioni all’interno del Governo, e alla Pedemontana Lombarda, in particolare al suo completamento nel territorio comasco.
Qualche giorno fa è stata finalmente resa pubblica la tanto attesa “analisi costi-benefici”sulla TAV Torino-Lione, oggetto anche di un’audizione parlamentare nella competente Commissione Trasporti a cui ho preso parte. Si è detto e scritto molto sull’opera e anche sui contenuti dell’analisi commissionata dal “Governo del Cambiamento” ad unaCommissione di esperti scelti sulla base di criteri molto discutibili: la loro pregressa collocazione “NoTav”, i fortissimi legami professionali  e amicali tra i  suoi componenti (il professor Ponti e altri esperti della Commissione), l’approssimazione delle analisi dei costi (vengono ad esempio computati anche i costi della Francia e dell’UE) e l’assurdasottovalutazione dei benefici, in particolar modo di quelli ambientali. Questo è un punto che mi ha colpito in maniera particolare: nell’analisi prodotta dagli esperti del Ministro Toninelli vengono annoverate tra le voci di costo la riduzione delle entrate per le minori accise sui carburanti e la diminuzione degli introiti dei pedaggi autostradali derivanti dallo spostamento del traffico dalla strada alla ferrovia! Un paradosso e unacontraddizione totale dei proclami “ambientalisti” tanto sbandierati dal M5S, usati in modo del tutto strumentale per sostenere la contrarietà all’opera; il vero volto di chi si professa a parole paladino della sostenibilità dello sviluppo, salvo poi sposare posizioni che rinnegano la difficile battaglia di riconoscere un valore anche economico ai benefici ambientali. Sappiamo bene che anche dopo la pubblicazione dell’analisi costi-benefici continua ad esserci una spaccatura dentro la maggioranza; la pessima sensazione è che anche la decisione su un’opera tanto importante per il nostro Paese e per l’Europa sia oggetto di trattativa e di spartizione politica nel Governo, indipendentemente da ogni valutazione sulla fondatezza delle preoccupazioni espresse in tutti questi mesi dal mondo economico e produttivo e dagli amministratori delle Regioni del nord, molti anche espressione di una parte politica che oggi sta al Governo e che si sta rendendo complice di questo assurdo pasticcio. C’è tuttavia un altro dato, se vogliamo minore, ma in grado comunque di far danno in tutta questa vicenda: aver ridotto l’analisi costi-benefici ad una relazione di parte, utile a fornire argomentazioni ad una posizione precostituita e in gran parte viziata da un pregiudizio ideologico, ha significato assestare un altro, ennesimo colpo alla credibilità di organismi che dovrebbero invece essere riconosciuti universalmente per obiettività e terzietà. E questo per un Paese come il nostro è un grande, grandissimo problema; in una fase storica in cui la competenza viene mortificata e l’incompetenza pare essere ormai diventato un valore, è da irresponsabili giocarsi anche l’autorevolezza degli “esperti” con un uso superficiale come quello fatto dal Governo in questo caso.
 
La seconda infrastruttura di cui mi sono occupata riguarda invece il completamento dell’opera connessa alla Pedemontana Lombarda che insiste sul territorio dei Comuni di Bregnano e Cermenate, nella nostra provincia. Si tratta di un’opera di collegamento della viabilità sovracomunale che avrebbe dovuto essere terminata già da tempo, con la realizzazione di un “ponte” necessario a completare il collegamento tangenziale ai due centri urbani. E invece da ormai più di un anno i due Comuni sono costretti a fare i conti con i disagi di un cantiere lasciato a metà e ad affidarsi ad un’opera provvisoria di collegamento realizzata da Autostrada Pedemontana Lombarda solo dopo molte insistenze dei Sindaci. Ora, dopo aver avuto rassicurazioni sul rapido completamento delle opere, è emerso il rischio di un nuovo slittamento della loro conclusione, causato – da quanto è stato reso noto da Pedemontana – anche dal ritardo di alcuni adempimenti in carico alla Commissione Ministeriale competente all’affidamento dei lavori. Ho presentato a riguardo un’interrogazione al Ministro Toninelli ma ho anche interloquito con i vertici di Pedemontana, spiegando chiaramente che quanto richiesto con forza dai Comuni non è altro che quello dovuto a un territorio che si è accollato un grosso peso ambientale dalla realizzazione di Pedemontana e che si è purtroppo sentito raccontare in questi anni da Regione Lombardia, guidata sempre dalla Lega e dalla destra, un sacco di promesse rimaste purtroppo tali. Esattamente come avvenuto per la Tangenziale di Como, per la gratuità del pedaggio del primo lotto e per il completamento del secondo, su cui con il PD provinciale organizzeremo nelle prossime settimane una nuova mobilitazione. Chi conosce un po’ le vicende delle infrastrutture nel nostro Paese sa che la loro accettazione spesso è frutto di un lavoro di convincimento difficile con il territorio che le ospita; una volta che si stringe un patto tra le istituzioni e le comunità locali è fondamentale che gli impegni presi siano mantenuti e che i cambiamenti che possono determinarsi siano comunicati in modo trasparente e condivisi con quanti ne subiscono le conseguenze. Nel caso di Pedemontana non si può dire che questo sia sempre avvenuto; un danno per l’opera in sé, ma anche per la fiducia con cui cittadini, amministratori locali e istituzioni superiori dovrebbero rapportarsi, avendo sempre a cuore sopra ogni cosa l’interesse collettivo del territorio. 
Competenza e fiducia sono quindi necessarie per realizzare buone infrastrutture, ma sono esse stesse “infrastrutture” utili al Paese: per tornare a crescere in modo sostenibile e per contrastare la “decrescita infelice” a cui questo Governo sta condannando l’Italia.
 
Concludo con un appuntamento a cui tengo molto: Giovedì 21 febbraio a Como alle 18.30 presso la Biblioteca Comunale in piazzetta Venosto Lucati, 1 si terrà la presentazione del libro “La sfida impopulista” di Paolo Gentiloni, già Presidente del Consiglio dei Ministri. Una riflessione più che mai attuale per il Paese, attraverso la quale Gentiloni tratteggia un manifesto per il rilancio di un’alleanza sociale e politica e per lacostruzione di un’alternativa capace di fermare la deriva del nazionalismo populista prima che sia troppo tardi, in Italia e in Europa. E capace di tornare a vincere. Dialogheremo con l’autore e con Marco Castelnuovo, caporedattore e mobile editor del Corriere della Sera. Durante la presentazione sarà possibile acquistare il libro. Vi aspetto numerosi!


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