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Un new deal verde per salvare l'Italia - dal blog di Nicola Zingaretti sull'Huffington Post

20 Novembre 2018

L'Italia gialloverde non ha una bussola, non ha un progetto di sviluppo e non ha una meta. Per questo la fiducia crolla. Assieme a una battaglia quotidiana contro questa maggioranza, è importante iniziare a costruire un'alternativa.

Per cambiare l'Italia, bisogna cambiare la sua economia. Non con piccoli aggiustamenti, ma con trasformazioni radicali, per produrre più equità e più crescita. La sostenibilità sociale e ambientale è la via maestra per costruire un nuovo modello di sviluppo alternativo a quello basato sulla distruzione delle risorse naturali (abbiamo ancora negli occhi il disastro delle migliaia di alberi schiantati in Trentino e in Veneto), garantisca alle nuove generazioni un futuro più giusto, e restituisca un'economia più competitiva perché a misura d'uomo. La cultura ambientale va intesa infatti come impegno per preservare l'ambiente e le risorse naturali, e insieme come azione utile e necessaria anche dal punto di vista sociale, perché vuol dire lavorare per città e territori più vivibili, più aperti e più coesi.

Su questi obiettivi deve fondarsi quella che ho chiamato "economia giusta": una nuova piattaforma che coniughi il tema della crescita e dell'eguaglianza all'interno di un ripensamento del capitalismo, che con le sue contraddizioni e le sue crisi ha messo in discussione, nelle società occidentali e avanzate, le prospettive di benessere e di progresso. Questo è vero soprattutto in Italia, tra i paesi più diseguali e meno innovativi. L'economia giusta è una nuova missione da dare al PD, come impulso fondamentale al miglioramento delle condizioni materiali di vita della maggioranza dei cittadini e dell'ambiente in cui essi vivono. In questa prospettiva, condividiamo e sosteniamo la proposta dell'ASViSdi inserire il principio dello sviluppo sostenibile nella Costituzione, così come hanno fatto il Belgio, la Francia, la Norvegia e la Svizzera.

Il tema dell'economia sostenibile si lega a quello della qualità urbana, alla valorizzazione delle aree naturali protette o alla rivitalizzazione delle aree interne e rurali, alla rigenerazione del patrimonio dei piccoli comuni. Un'economia giusta e sostenibile rappresenta – specie per un Paese come l'Italia - anche la più importante e solida opportunità di sviluppo e per la creazione di lavoro buono, perché mette in gioco le energie migliori del Paese, le sue intelligenze, l'utilizzo consapevole delle risorse naturali, le imprese a più alto tasso d'innovazione. La green economy è l'unica via percorribile per assicurare un nuovo sviluppo durevole e sostenibile, inclusivo e di migliore qualità. Secondo l'ultimo rapporto di Symbola, sono circa 3 milioni i lavoratori della green economy, il 13% dell'occupazione complessiva nazionale. Si prevedono numeri ancora migliori nel 2018, con quasi 500 mila contratti di lavoro attivati nel campo green: ricercatori, agricoltori bio, ingegneri energetici. Il Pd deve intercettare queste forze vive del mutamento e farsi promotore di una grande alleanza tra Stato, cittadini e imprese, per una svolta sostenibile dell'Italia. Serve una sterzata vera: per far ripartire il processo di decarbonizzazione, che sembra essersi arrestato; serve sviluppare le forme di responsabilità sociale e ambientale d'impresa; serve virare verso l'economia circolare capace di sviluppare riciclo, riuso e riduzione del ciclo dei rifiuti, a partire da quelli plastici; serve connettere sempre di più impronta ecologica con ricerca e conoscenza.

Ma non bastano più le dichiarazioni di intenti. È il momento di assumere decisioni coraggiose e di produrre fatti. Propongo cinque azioni, cinque passi concreti per avviare subito una nuova stagione di politiche per la sostenibilità, un New Deal verde per l'Italia:

1) Programmare un nuovo Piano di manutenzione del territorio e delle piccole opere contro il dissesto idrogeologico. Nel Paese c'è un fabbisogno espresso (limitandosi ai progetti presentati dalle Regioni) di circa 9.400 progetti per una richiesta di fondi statali per circa 26 miliardi di euro. Possiamo immaginare un Piano da sviluppare in 5 anni e da finanziare con almeno 5 miliardi di euro l'anno, per coprire il fabbisogno indicato dalle Regioni.

2) Incentivare la produzione di fonti rinnovabili e l'autoproduzione di energia per cittadini, imprese e distretti, puntando a coprire almeno il 35% del consumo totale di energia entro il 2030. La figura del cittadino consumatore e produttore di energia deve diventare il centro di un nuovo modello energetico. Proponiamo una riforma delle tariffe elettriche per favorire (e non penalizzare, come avviene oggi) l'utilizzo da parte delle famiglie e delle imprese di energia autoprodotta con le rinnovabili.

3) Favorire la transizione verso la mobilità elettrica. Dobbiamo destinare il 50% degli investimenti in infrastrutture per la mobilità sostenibile nelle città e per il trasporto pubblico collettivo e condiviso; promuovere la realizzazione di colonnine di ricarica per le auto elettriche in aree private, permettendo una detrazione fiscale del 50% delle spese in 10 anni; rendere possibile la circolazione in città dei mezzi di micro mobilità elettrica. Abbiamo bisogno di una riforma fiscale green (a parità di gettito), per trasformare i sussidi dannosi per l'ambiente in incentivi per la riduzione dell'inquinamento, rendere le accise sui carburanti proporzionale al contenuto di carbonio fossile e legare il bollo auto all'inquinamento effettivamente prodotto da ciascun veicolo, prevedendo adeguate misure compensative per le fasce più deboli. Senza perdere di vista l'innovazione e il trasferimento tecnologico, come già accade con le auto ibride.

4) Avviare un grande programma di riqualificazione energetica e messa in sicurezza sismica degli edifici pubblici e privati. Secondo l'ANCE gli investimenti potenziali sono enormi: 33 miliardi di euro per l'efficientamento energetico e 105 miliardi per le opere antisismiche, con grandi ricadute occupazionali. In questa prospettiva, è fondamentale rafforzare e rendere permanenti gli incentivi verdi: quelli per la ristrutturazione degli edifici; l'ecobonus e il sismabonus per la riconversione energetica delle abitazioni e dei condomini; gli incentivi per la cura del verde nelle città. Dobbiamo prevedere fondi speciali per gli enti locali per la riqualificazione energetica e antisismica degli edifici pubblici, incentivando progetti di bioedilizia. Efficientare gli edifici porterebbe un risparmio per le famiglie di circa 1.500 euro l'anno (molto più di quanto costava la tassa sulla prima casa!) e aumenterebbe il valore di mercato degli immobili, generando uno shock positivo per le imprese dell'edilizia e per l'occupazione.

5) Dare strumenti ai Comuni per affrontare l'adattamento ai cambiamenti climatici. Servono fondi per interventi di manutenzione, riqualificazione e adattamento degli spazi pubblici e di allarme per la messa in sicurezza dei cittadini, incentivi per la cura del verde urbano. Gli interventi dovrebbero riguardare in particolare le periferie, dove si stanno rivelando più gravi gli impatti economici e sanitari di piogge e ondate di calore. Inoltre, dobbiamo prevedere un piano di riforestazione, valorizzazione e manutenzione del verde, a partire dal territorio protetto nazionale, e rendere più semplici e più veloci, anche attraverso specifici finanziamenti regionali, le demolizioni degli abusi nelle zone a rischio, come i fiumi. Bisogna approvare la legge contro il consumo di suolo, facendo fronte al fabbisogno di insediamenti attraverso il recupero e il risanamento di aree già urbanizzate, di aree industriali dismesse, di edifici vuoti e abbandonati.

Sono cinque proposte che si possono mettere in campo in tempi brevi e che naturalmente potranno essere arricchite con altri contributi. Proprio per questo i miliardi bruciati in queste ore dalle scelte sbagliate del Governo sono davvero una follia. Il congresso del Pd deve saper discutere dei temi che riguardano la vita delle persone, se vuole tornare ad essere utile al Paese. Il Pd che ho in mente deve proporsi come una grande forza in grado di promuovere la svolta sostenibile che serve all'Italia, all'impresa, al lavoro, ai cittadini di oggi e di domani.


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