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Dal Governo gaffe sulle privatizzazioni - dal Blog di Nicola Zingaretti su Huffington Post

15 Novembre 2018

Facciamo invece dei commissari speciali per la spesa.

Ogni giorno questa maggioranza litiga su tutto. La questione non è più il deficit al 2,4%, ma la quotidiana sequela di errori e gaffe che minano la credibilità dell'Italia, a danno dei cittadini. L'aver scritto nella lettera inviata all'Unione Europea l'impegno a recuperare 18 miliardi di euro dalle privatizzazioni rasenta il ridicolo, sia per l'enormità della cifra sia perché proviene da una maggioranza che ad agosto voleva nazionalizzare interi settori dell'economia e ora prospetta invece una colossale svendita dei beni comuni. Tutto questo mette l'Italia in una posizione di scarsa credibilità, di estrema debolezza e di pericolo. L'Italia rischia per questa approssimazione e rischia perché si continuano a non affrontare i temi e le opportunità vere per lo sviluppo.

C'è un altro spread, ad esempio, che limita il potenziale dell'Italia di cui si parla troppo poco. Lo spread degli investimenti per infrastrutture. Molto di ciò che era programmato è continuamente rimesso in discussione, mentre si potrebbe fare molto di più. I numeri confermano quello che diciamo da tempo: non è un problema di risorse, ma di procedure.

Nel bilancio dello Stato ci sono 140 miliardi per gli investimenti: soldi già disponibili per opere pubbliche che renderebbero il Paese più connesso, più competitivo e che potrebbero dare un impulso straordinario anche all'occupazione.

Le risorse ci sono, i progetti anche. Ora è necessario varare le misure necessarie per sconfiggere la burocrazia e abbattere il costo dell'incertezza. L'Italia semplice deve essere la sfida prioritaria di un nuovo centrosinistra, per eliminare affastellamenti e ritardi. Se oggi c'è l'esigenza di una svolta nell'economia, potremmo pensare allora alla nomina di tre figure straordinarie – possiamo chiamarli Commissari Speciali alla Spesa per le infrastrutture o in altro modo: un manager per il Nord, uno per il Centro e uno per il Sud del Paese con poteri di deroga procedurale, sempre nel rispetto dei vincoli ambientali e paesaggistici, che siano in grado di velocizzare le procedure e dare tempi certi per l'apertura dei cantieri e la realizzazione delle opere strategiche. L'obiettivo a regime è quello di aumentare la spesa per gli investimenti pubblici dal 2% al 3% del Pil, utilizzando i 140 miliardi già stanziati che non riusciamo a spendere e orientandoli verso progetti ad alta intensità occupazionale. Lo statuto commissariale è una sconfitta? In parte sì, ma se a tempo e con l'impegno di varare un disegno di riforma sulla semplificazione, è l'unica ipotesi credibile per aprire cantieri per miliardi di euro, a partire da un massiccio piano per la prevenzione del dissesto idrogeologico, per la cura del territorio, e per le infrastrutture della salute e dell'istruzione. Solo così potremo produrre quello shock che aiuterebbe a far ripartire l'economia nel Paese e attivare centinaia di migliaia di posti di lavoro. Cambiare per me significa anche questo.


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