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#PiazzaGrande - il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti lancia la sua candidatura a segretario del Pd

13 Ottobre 2018


L'intervento conclusivo di Nicola Zingaretti a #piazzagrande

Paolo Gentiloni a #piazzagrande

Bernice King a #piazzagrande

Zingaretti: da Piazza Grande nasce l’appello per la ricostruzione dell’unità


A Roma è il giorno di Nicola Zingaretti. Preceduto dagli interventi, tra i tanti, di Paolo Gentiloni e di Bernice King, figlia di Martin Luther, il presidente della Regione Lazio ha lanciato la sua candidatura a segretario del Pd con un discorso a tutto tondo, molto articolato, che ha toccato vari temi, dall’attualità politica alla ricostruzione del partito, dall’Europa all’economia, dai temi etici al razzismo.

Proviamo a riassumerlo, in 10 punti principali.




Un progetto per mandare a casa un governo disastroso

“Credo che siamo qui perché l’Italia ha bisogno di due cose, tra le tante: ha bisogno di crescere, ha bisogno di sviluppo e di un’immensa, straordinaria iniezione di giustizia. Chi ha vinto ha cominciato a tradire le promesse e sta lasciando alle nuove generazioni un Paese più povero e ingiusto. L’opposto di quanto promesso. Molti cominciano a capirlo, a sospettarlo, a vederlo nell’isterismo di chi ha vinto le elezioni. Quello che manca è qualcuno che costruisca un progetto e li mandi presto a casa. Non sarà semplice, ma si può fare e vi prometto che ce la faremo”.

Basta ego-crazia, ripartiamo dal Noi

“La prima rivoluzione che riguarda tutti noi è dire basta con l’illusione dell’io. Ritroviamo la bellezza e l’ebrezza del noi. Per questo, prima del mio intervento è stato proiettato un video in cui mille persone hanno suonato e cantato la stessa canzone, Learn to Fly dei Foo Fighters. Basta con la ego-crazia, scommettiamo su un campo largo, collegiale, dobbiamo diventare più ricchi di contenuti e tornare a credere in opinioni che contribuiscono a creare una decisione”.

Stop a invettive tra noi, ricostruiamo speranza

“Lo dico subito, non ho da proporvi una macedonia di invettive contro uno di noi per strappare applausi da tifosi, ma vorrei proporvi un pensiero e una idea per uscire dal pantano in cui siamo precipitati e ricostruire una speranza per il nostro Paese. Serve una comunità nuova, con libere aggregazioni che studino, ricerchino e ci mettano in relazione con la scienza, con chi sa, con l’intellettualità diffusa. Dobbiamo rigenerare un campo chiamando una nuova generazione al protagonismo e riscoprendo una missione, rimettendo al centro le persone prima dei leader”.

Da Salvini un atto immondo su Riace

“Noi ci opporremo al furto di futuro che vuole compiere questo governo. Sugli immigrati stanno giocando una partita sporca, esaltando le paure. L’immigrazione è una sfida reale, sarebbe stupido negarlo. Aumenta il disagio nei luoghi della fragilità sociale, ma non siamo stupidi, l’atto politico vergognoso compiuto ieri da Salvini con Riace è un atto immondo compiuto da chi ha sottratto 40 milioni ai cittadini. Noi siamo garantisti, ma riteniamo che Mimmo Lucano sia una persona per bene. Hanno paura di un uomo e se hanno paura di un uomo dovranno avere paura di un popolo che si mobiliterà contro queste ingiustizie. Sui migranti occorre una politica nuova, serve questo popolo, serve integrazione, protezione”.

Mai più delegare alla donne la lotta per la loro libertà

“C’è un fanatismo e fondamentalismo contro le donne, con quelli che vogliono tornare al Medioevo, sulla 194, sulle politiche di genere, con il ddl Pillon che non deve passare e che mette indietro di 50 anni le lancette dell’orologio. C’è solo una parola: Vergognatevi. Mai più delegare alle donne la lotta per la loro libertà”.

Inorridito da Di Maio che vuole controllare i poveri

“Sono inorridito da Di Maio che dice, con il reddito di cittadinanza daremo soldi ai poveri ma controlleremo come spendono. Come se dei poveri non ci si potesse fidare. Vergogna:  mettete in galera i corrotti non i poveri, non è questo che l’Italia può accettare”.

Meno soldi più pistole: no a questo baratto incivile

“Si stanno costruendo le premesse della crescita dell’odio, della costruzione in alcune grandi città di luoghi simili a luoghi di deportazione e disagio. In fretta dobbiamo ribellarci e fare di un movimento di amministratori un nuovo movimento di resistenza civica e civile in Italia, contro un sillogismo pericoloso: meno soldi alle periferie e più pistole per difendersi da soli. Non accettiamo un baratto incivile”.

No ad accordo con M5s, dobbiamo fare politica

“Abbiamo bisogno di capitale umano, di accesso al sapere, di innovazione, di semplificazione. L’era digitale cambia in meglio lo storico meccanismo di trasferimento del sapere, noi per rimettere in piedi questo Paese abbiamo bisogno di nuovi meccanici, con i nostri istituti professionali, di scienziati, professionisti e di un sistema aperto che permetta l’incontro tra chi crea, produce, studia e gioca un ruolo attivo nella pubblica amministrazione. Dobbiamo cominciare a riparlare a un popolo che ci ha voltato le spalle e che ha fatto altre scelte: sono stato accusato di voler fare l’accordo con il M5s. Non è così: dobbiamo disarticolarli con l’iniziativa politica. Se avessi voluto fare un accordo, lo avrei fatto nella mia regione. Li ho invece sconfitti. Dobbiamo incalzarli per dividerli e non unirli facendo propaganda”.

No ad abiure del passato ma dobbiamo aprire una nuova stagione

“Non credo nel tempo delle abiure ma voglio un tempo per una riflessione e un cambiamento con al centro la crescita. Dobbiamo cominciare a riparlare al popolo che ci ha voltato le spalle e ha fatto altre scelte. Dobbiamo aprire una nuova stagione, che non significa rinnegare o cancellare ma discutere della nostra storia. Per essere credibili dobbiamo indagare su questo distacco, che ha un motivo, si è generato in questo decennio nel quale il consenso del centro sinistra e del Pd è passato da 12 a 6 milioni di voti e sono cresciute le disuguagliane”.

Dobbiamo rifondare l’Europa, gli altri la vogliono distruggere

“Io sono d’accordo nella costruzione di grandi alleanze tra le famiglie europee, da Macron a Tsipras. Ovviamente sì costruiamo un fronte contro i sovranismi, ma io dico anche che l’accordo, la piattaforma e i contenuti o sono chiari e nuovi e puntano a una riforma dell’Europa o i cittadini non la capiranno. Va costruita una nuova piattaforma contro i sovranismi, ma deve essere fondata su di un’idea nuova Europa: si deve stare in Europa non perché costretti ma perché convinti. Vogliamo gli Stati Uniti d’Europa, contro un ritorno ai nazionalismi e alla guerra”.




Il video della mattinata a Piazza Grande


Il racconto della giornata di sabato 13 ottobre










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