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Ponte Morandi, Pinotti: Genova merita scelte rapide ed efficaci - intervento su democratica.com

14 Settembre 2018

Ora la priorità è ricostruire il ponte, poi servono Terzo Valico e Gronda

Quando il 14 agosto, pochi minuti dopo la tragedia, mi avvisarono del crollo del Ponte Morandi, non potevo crederci: quel ponte non era solo lo snodo viario fondamentale sulla direttrice est/ovest per collegare Genova al resto del mondo, un’opera avveniristica e ardita inaugurata con orgoglio, era anche un pezzo fondamentale dell’identità della città.
Lo choc del crollo sconvolge tutto il territorio, ogni cittadino e non solo i genovesi ma anche tutti coloro che, passando per Genova, lì erano transitati.
I soccorritori, tutti, hanno fatto miracoli con un’abnegazione che merita ogni nostro ringraziamento. Gli Enti locali si sono mossi con la sollecitudine che l’emergenza richiedeva. Tutte le Istituzioni hanno agito con immediatezza e coralità.
Il governo è stato presente con molti suoi esponenti , come è giusto che fosse perché si tratta di tragedia nazionale, non certo circoscritta al territorio.
Da subito, però, sono rimasta colpita da come molte esternazioni pubbliche fossero mirate solo ad accusare ‘i colpevoli’ , che certo vanno individuati ma a farlo deve essere la magistratura , e a lanciare accuse che aumentassero la rabbia che giustamente provava chi dalla tragedia era stato coinvolto. Non me lo aspettavo, perchè chi ha responsabilità di Governo , nel nostro codice istituzionale, si muove per tenere unita una comunità, per lenire i problemi non per alimentare rabbia e divisioni: davanti alle tragedie un Paese si unisce e lavora insieme.
La città sta reagendo con forza, determinazione e solidarietà e questo è motivo di speranza. Ma Genova è una città spezzata. Lo sono i familiari e i cari di chi non c’è più , colpiti da un dolore inconsolabile. Lo sono gli sfollati, separati dai ricordi e dai loro beni , che stanno trovando una nuova sistemazione ma hanno perso la ‘loro’ casa e il ‘loro’ quartiere. Lo sono le attività economiche della zona rossa, prima importante via di transito, ora deserto di solitudine. Lo sono tutti i cittadini , che da quel ponte passavano quotidianamente e che sanno che da lì transitava la gran parte dell’economia della città.
Genova sta dando il massimo, ma non può farcela da sola.
C’è bisogno di risorse per le famiglie e le attività economiche colpite, di misure speciali di supporto e sostegno economico nel periodo di transizione in cui, inevitabilmente, la città soffrirà. Ma fondamentale, assolutamente fondamentale è ricostruire il Ponte in tempi rapidi. Che nel decreto varato dal governo di questo non ci sia traccia è un segnale allarmante. Chi ha responsabilità di governo DEVE dire alla città chi ricostruirà il ponte e definire un percorso amministrativo e procedurale che elimini intoppi e lungaggini e dia tempi certi . Già in queste settimane da Sampierdarena a Sestri Ponente ci sono code interminabili e traffico bloccato, e non hanno ancora riaperto le scuole. Si sta lavorando per aprire una viabilità temporanea alternativa ma sarà, come è ovvio, un palliativo.
Perché Genova abbia un futuro la prima necessità è ricostruire il ponte. Poi procedere con Terzo Valico e Gronda, perché il traffico della città era già insostenibile prima del crollo, ma ora la priorità è il ponte.
Chi governa non è chiamato a fare processi ma a decidere e ad assumersi responsabilità. La drammatica situazione di Genova merita scelte rapide ed efficaci.


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