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L’Italia corre rischi enormi, a causa della politica economica incoerente del governo - intervista a Maurizio Martina del Corriere della Sera

04 Settembre 2018

di Maria Teresa Meli

Comincia da un sospetto, Maurizio Martina: «L’ultima beffa di questo governo è persino l’insabbiamento della web tax da far pagare ai giganti della rete che vendono in Italia. Noi l’avevamo inserita nell’ultima legge di Stabilità, l’esecutivo dovrebbe fare il decreto attuativo ma non ce n’è traccia. Avrebbe un gettito di circa 200 milioni che potrebbero servire per costruire nuovi strumenti di tutela dei precari della Gig Economy di cui Luigi Di Maio ha tanto parlato per poi non fare nulla per loro».
 

A proposito di Di Maio, nel Pd molti vogliono il dialogo con i Cinque Stelle.

 
«Molti loro elettori sono in grande sofferenza per l’egemonia di Matteo Salvini sul governo e per l’inefficacia del M55. Io penso che noi dobbiamo riuscire a costruire con questi elettori un confronto anche perché tanti di loro arrivano dal centrosinistra».
 

Puntate su Fico?

 
«Io non penso che questo o quel dirigente nazionale dei M5S faccia chissà che cosa. A me è molto chiaro che la scelta che hanno fatto è stata quella di consegnarsi tutti mani e piedi a Salvini. Noi vogliamo invece ricostruire un rapporto con tanti cittadini che il 4 marzo hanno dato fiducia al M55 e che si sono pentiti».
 

Tornando al governo…

 
«Rischiamo una deriva sudamericana. Di Maio, Salvini e altri ministri, stando alle loro dichiarazioni, immaginano di essere in Venezuela più che in Italia. Lo spread è a 290. Sta salendo paurosamente. E quando sento Di Maio attaccare fantomatici mercati mi rendo conto che continuano solo a fare propaganda, e nel frattempo paga il Paese. L’aumento dello spread che si è gia consolidato in questi mesi costa agli italiani 4 miliardi di euro. E se guardo alle promesse che fanno i due vicepremier mi chiedo come stanno insieme il reddito di cittadinanza e la flat tax. Salvini vuole alleggerire il fisco per i più ricchi a danno dei giovani col debito pubblico. Di Maio vuole fare il reddito di cittadinanza bloccando gli 80 euro, la Naspi, la garanzia giovani e il reddito dì inclusione contro la povertà. Insomma, il gioco delle tre carte a somma negativa. Per di più si scopre che vogliono sperimentare il reddito di cittadinanza per un milione e 600 mila persone, quindi per una platea molto piccola, certamente più piccola di quella degli 80 euro che è di dieci milioni. È un’operazione clamorosamente dannosa per ceti medio bassi».
 

È preoccupato?

 
«Sì, l’Italia corre rischi enormi che non possiamo permetterci. Questo governo non ha una politica economica coerente. Ci sono almeno sei ricette economiche differenti: rischiano di presentarsi all’appuntamento cruciale di ottobre in ordine sparso. Il governo è allo sbando e l’Italia rischia l’osso del collo».
 

In tutto ciò il Pd che fa?

 
«Con la manifestazione del 29 settembre noi mettiamo a disposizione una piazza per dare voce ai tanti italiani che vogliono un’alternativa a questo governo. Sto ricevendo un sacco di messaggi di interesse anche da persone fuori dal Pd».
 

A quando il Congresso?

 
«Il Congresso, nei fatti, dal punto di vista progettuale è aperto. Abbiamo detto che faremo le primarie prima delle Europee e questo sarà. Dopodiché noi dobbiamo collegare questo lavoro di riprogettazione del Pd ai bisogni degli italiani. Dobbiamo evitare qualsiasi discussione autoreferenziale che ci chiude nei nostri spazi e non ci apre al Paese. Quando gli imprenditori del Nordest dichiarano in maniera esplicita la loro insofferenza e i rischi che corrono le loro aziende per le scelte del governo, noi abbiamo il dovere di stare lì e di confrontarci con loro, così come abbiamo fatto a Taranto con i lavoratori dell’Ilva».
 

Ma il Pd basta? Non va superato?

 
«Le ragioni del Pd sono più attuali che mai, sbaglieremmo a pensare che sia finita questa storia, anzi».
 

Franceschini dice che lei e Zingaretti dovete stare insieme e non candidarvi l’uno contro l’altro.

 
«Io adesso faccio il segretario ho una responsabilità e la voglio esercitare fino in fondo dando il massimo. Poi, quando avremo tempi e modalità della scelta del segretario, ciascuno farà le sue valutazioni e ci ragioneremo. La candidatura di Nicola è assolutamente legittima, ne verranno altre e tutte dovranno avere la stessa dignità. Io chiedo semplicemente a tutti quelli che si candideranno di farlo con la capacità di marciare uniti perché la partita che abbiamo avanti è troppo grande».


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