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Martina: accordandosi con Berlusconi i 5 Stelle hanno perso l’innocenza - intervista del Corriere della Sera

26 Marzo 2018

Intervista al reggente del Pd dopo l’elezione dei presidenti di Camera e Senato: “Spesso queste forze si sono insultate. Adesso si sono divise gli incarichi secondo un modello da Prima Repubblica”

«Scioccato? No…».

Qual è il suo stato d’animo di fronte alla svolta, segretario Maurizio Martina?
«Abbiamo assistito a un fatto politico che prefigura potenzialmente una maggioranza. Nei prossimi passi capiremo se si tradurrà in una sfida di governo».

Elezioni anticipate, o governo Di Maio-Salvini?
«Ora dovranno spiegare su quali basi programmatiche pensano eventualmente di fare un governo. Per anni i 5 Stelle hanno armato una propaganda frontale contro il centrodestra, il quale invece ha provato a raccontare una distanza dai grillini che, con Salvini, è stata superata. Ora finiscono alibi e ambiguità. Gli antichi simboli sono caduti, l’antiberlusconismo del M5S e la rappresentazione che Forza Italia dava di loro».

Il patto di potere reggerà?
«C’è molta incoerenza. Spesso queste forze si sono anche insultate, predicando l’assoluta distanza. Adesso si sono divise gli incarichi istituzionali con trattative nottetempo, secondo un modello da Prima Repubblica. Per i 5 Stelle è la perdita dell’innocenza, perché hanno siglato un’intesa con Berlusconi».

Eppure avete applaudito con insistenza Roberto Fico. Per il Pd è il male minore?
«Quando si elegge un presidente è doveroso il rispetto istituzionale. E se cita un tema valoriale fondamentale come l’antifascismo, è normale che scatti un applauso corale».

Invece la presidente Casellati è la nemica delle unioni civili, che ha lavorato per le leggi ad personam?
«E giusto segnalare le contraddizioni avute su temi importanti. Ora l’auspicio è che possano assolvere pienamente ai ruoli di garanzia che competono alle loro cariche. Ho rispetto per la seconda carica dello Stato e per il nuovo presidente della Camera, auguro loro buon lavoro».

Non temete un governo tutto spostato a destra?
«Certo, per le politiche e per le scelte che potrebbe fare in Italia e in Europa ».

Farete opposizione tuonando contro «grillusconi»?
«I rapporti di forza sono quelli determinati dal voto. Noi vogliamo rimanere coerenti con i nostri impegni, siamo minoranza parlamentare e ci prepariamo a ripartire uniti. La vera sfida è preparare bene l’alternativa di centrosinistra e incalzare sulle loro grandi contraddizioni».

Quali?
«Come stanno insieme il reddito di cittadinanza e la fiat tax, l’europeismo di un pezzo di FI e le barricate di Salvini? Sono programmi da oltre cento miliardi, chi paga? Questa potenziale maggioranza ambigua la dobbiamo sfidare sul terreno della concretezza».

Hanno provato a trattare con voi per il governo, o no?
«No, non tocca a noi. E sulle Camere abbiamo cercato di porre la sfida della massima collegialità, ma loro hanno preferito piegare sui rapporti di forza numerici».

Rosato e Rossomanno hanno chance per le vicepresidenze delle Camere?
«I nomi li vedremo, quel che è certo è che il Pd proporrà personalità di rilievo».

Renzi vuole Lotti al Copasir e Boschi in Vigilanza?
«Faremo un lavoro collegiale e toccherà ai gruppi indicare i candidati per alcuni ruoli. Ma ricordo che non siamo ancora in presenza di una maggioranza di governo».

I capigruppo saranno Guerini e Marcucci, o accoglierà l’appello di Zanda a non eleggere due renziani?
«Usciamo da queste categorie, io non ragiono così. Dobbiamo dare ai gruppi lo spazio di una discussione che ci porterà a buone soluzioni».

Teme il «correntone» di Renzi al Senato?
«Certe caricature sono distanti dai processi reali che vogliamo animare insieme».

Gentiloni si è dimesso. E ora, per lui?
«Gli siamo grati per il lavoro serio e autorevole che ha fatto. Sarà ancora una risorsa preziosa, per il Pd e per l’Italia».

Ad aprile lei si candiderà alla segreteria?
«Adesso il mio compito è portare il Pd fino all’assemblea, poi ragioneremo. Di certo, se verrà fatta, non sarà una scelta individuale, ma un ragionamento di squadra».


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