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Governi chi ha vinto. Il nostro ruolo sarà fare l'opposizione - intervista a Ettore Rosato de La Stampa

18 Marzo 2018




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Ettore Rosato, capogruppo uscente del Pd alla Camera, come mai mezzo Pd vuole scongiurare un governo Lega5Stelle, che invece Renzi e anche lei evocate?
«Tutto il partito guarda con grande preoccupazione al governo 5 Stelle-Lega. Ma sarebbe il frutto del risultato delle urne. Se lo faranno o no non sta a noi dirlo, ma hanno usato stessi slogan e stessi toni in campagna elettorale».

Forse dall’Europa e dal Pse sono giunti pressing per attivarvi per evitare tale esito?
«Nessun pressing, non attendiamo segnali di nessun tipo dall’Europa, conosciamo meglio di chiunque altro i grandi limiti di 5 stelle e Lega. Resta il fatto che sono stati premiati dagli italiani, pure se erano formalmente avversari».

Il Pd sempre diviso? “Non faremo l’Aventino”, dice Martina…
«Diciamo la stessa cosa, l’opposizione non è Aventino, ma il luogo naturale in cui esercita la democrazia chi perde. Noi faremo il nostro lavoro di criticare le cose che non funzionano e di costruire un’alternativa preparandoci alla campagna elettorale».

Possibile un governo di centro-destra con l’astensione del Pd, dato che quello con M5S lo scartate anche perché comporterebbe una fiducia forzata?
«Abbiamo detto che stiamo all’opposizione, mi sembra un concetto chiaro. Peraltro, è la stessa idea che ha Salvini, che i nostri voti non li vuole. Il suo è un atto di coerenza».

Salvini paventa una modifica della legge elettorale per tornare al voto in ottobre. Irreale?
«Il premio di maggioranza non aveva i consensi necessari per essere approvato mesi fa e i 5 Stelle sono stati sempre contrari. Vedremo se hanno cambiato idea. Ma dire che è quello il problema è ridicolo. Con qualunque legge il risultato sarebbe stato analogo, salvo cambiare il sistema istituzionale come noi avevamo chiesto. Ma per quanto riguarda un’ipotesi di voto anticipato, noi non intendiamo porre ostacoli al lavoro del presidente. Chi parla di elezioni ancor prima di cominciare le consultazioni, fa una forzatura istituzionale».

Lei vede sullo sfondo un governo con dentro tutti per tornare tra un anno al voto?
«Non metterei mai un’ipoteca del genere sul lavoro del capo dello Stato. Ma fare un governo decidendo già la data di scadenza, non mi pare mai un’ipotesi utile al Paese. Lasciamo al presidente il suo difficile compito».

Dunque come se ne uscirà da questa situazione?
«Con senso di responsabilità, che non può essere solo chiesto al Pd, ma prima di tutto a chi ha vinto le elezioni».

Nella partita dei presidenti delle Camere, come vi regolerete?
«Al contrario di quanto fatto con noi nel 2013, siamo disponibili a qualsiasi dialogo istituzionale. Chiediamo però candidati adeguati al compito».

Lei dice che Di Maio punta al vertice della Camera. Lo votereste?
«Lo abbiamo già votato da vicepresidente della Camera. Oggi fa un altro mestiere da leader politico. Se avanzerà la sua candidatura ragioneremo nel gruppo in modo aperto».

E Calderoli?
«Mi sembra difficile onestamente pensare che Calderoli, non per la sua capacità di gestire l’aula, ma per le sue posizioni anche passate, possa ricoprire un ruolo così delicato».

È vero che dareste volentieri il voto a Romani di Forza Italia?
«Non entro nel totonomi, ma ci sono colleghi di centrodestra che hanno il nostro apprezzamento, speriamo che nella rosa ci sia spazio per alcuni di questi».



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