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Costruiamo una nuova stagione del centrosinistra guardando avanti e non indietro – intervista del Corriere della Sera a Piero Fassino

20 Novembre 2017

“Rispetto la decisione di Articolo 1 ma non contraddice l’ipotesi di una larga alleanza”


L’incrollabile ottimismo di Piero Fassino per il centrosinistra. «L`assemblea di Mdp ha semplicemente deciso di dare vita a un processo di fusione con Si e Possibile per far nascere una nuova forza di sinistra».

 

Davvero non cambia nulla? 
«È una decisione loro, va rispettata. Ma non contraddice l`ipotesi e la speranza di una larga alleanza di centrosinistra».

 

Esiste ancora questa possibilità? 
«Anche con il nuovo progetto Mdp e i suoi partner si collocano in un ambito di centrosinistra. Se esiste la volontà, una alleanza larga di centrosinistra si può fare comunque».

 

Lei è sicuro che ci sia? 
«Costruiamo una “nuova stagione del centrosinistra” guardando avanti e non indietro. In questi giorni ho più volte usato questa formula, che ha un significato preciso».

 

Scordiamoci il passato?
«Nuova stagione non significa abiura di quel che si è fatto fin qui. Ma è chiaro che con questa Legislatura si chiude un ciclo. E se ne apre un altro diverso.
Stare in una coalizione non significa essere tutti uguali. Si tratta di un soggetto plurale, per definizione. Fu così con l`Ulivo e l`Unione».

 

Non si è andati un po` oltre, con le differenze? 
«In ogni colloquio sono partito da ciò che ci unisce, non da ciò che ci divide. Lo abbiamo fatto in passato, possiamo farlo anche oggi».

 

La questione della premiership di Renzi non è un po` troppo divisiva? 
«Premesso che l`incarico di formare un governo lo dà il presidente Mattarella, con  questa legge elettorale il capo del governo si decide dopo il voto. Se il centrosinistra sarà chiamato ad esprimere un nome, lo faremo tutti insieme e va da sé che sarà una scelta condivisa»

 

Quella tra il gruppo dirigente di Mdp e Renzi le sembra una frattura sanabile? 
«Dovremmo renderci tutti conto del fatto che nelle difficoltà attuali delle forze progressiste europee c`è qualcosa di più profondo che i semplici errori dell`attuale maggioranza o del Pd, che pure possono esserci stati».

 

La prima causa? 
«La crisi ha messo in discussione le certezze del nostro elettorato. La frattura tra inclusi ed esclusi si è fatta sempre più netta. Proprio per questo, dobbiamo partire prima dai programmi e dalle cose da fare. Poi viene la sorte dei singoli».

 

Perché Mdp dovrebbe ricongiungersi con un partito che ha appena abbandonato? 
«Noi non chiediamo a Mdp di rientrare nel Pd, ma di aprire insieme una fase nuova che corrisponde all`inizio della prossima Legislatura».

 

Le sembra ancora possibile il confronto con Bersani e D`Alema? 
«Così come lo è stato finora con Campo progressista, con Emma Bonino, con Verdi, Socialisti, Italia dei Valori e con i democratici di centro. Non vedo perché non dovrebbe essere possibile un confronto aperto e senza pregiudizi con Mdp.
Io sono aperto alla discussione. Senza tabù».

 

Cosa resta in comune tra Pd e Mdp? 
«Abbiamo entrambi la necessità di parlare con un pezzo di società che si sente ferito e abbandonato».

 

In che modo? 
«Dobbiamo farlo con politiche di maggiore tutela del lavoro, che combattano ogni forma di precarizzazione. Dobbiamo rafforzare i meccanismi di protezione per chi è fragile. E possiamo compiere primi atti già con la legge di bilancio in corso di esame in Parlamento. Così come sarebbe un bel segnale sul terreno dei diritti la
approvazione delle leggi su ius soli e fine vita. Non mi sembra poco».

 

Non teme che il suo lavoro possa essere inutile? 
«Io lavoro per costruire una coalizione. Abbiamo avviato un percorso con Romano Prodi,Pisapia, la Bonino e altre forze proprio parlando delle cose da fare, e non del passato più o meno recente. Per queste ragioni auspico che vi sia la possibilità di un vero confronto anche con Mdp e le altre forze della sinistra».

 

Anche dopo i veti posti ieri da Mdp? 
«Con Roberto Speranza mi sono sentito poche ore fa. Mi ha chiesto ancoraqualche  giorno di tempo per meglio riflettere. Mi auguro che sia fruttuoso. All`incontro io ci vado con animo aperto e con la stessa disponibilità con cui ho lavorato fin qui».

 

Non è il suo atteggiamento a essere in discussione… 
«Ma io posso parlare per me. Non ho pregiudizi, vincoli o tabù. Spero che ancheper gli altri sia così».


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