Editoriale breve questa settimana, al termine di una riunione della Direzione Nazionale del Pd molto attesa. La relazione di Matteo Renzi ha ricevuto un consenso molto ampio su una linea di grande apertura verso la costruzione di un'alleanza di centrosinistra per le prossime elezioni politiche.
Non ci sono state e non ci sono ambiguità: sul passato restano differenze non banali, ma oggi noi vogliamo e dobbiamo guardare al futuro. Lavoro e fisco, lotta alla povertà e inclusione sociale, diritti dell'infanzia e nuove politiche per le famiglie, sostenibilità ambientale e governo delle innovazioni tecnologiche, difesa della democrazia e contrasto del razzismo: su tutti questi temi sbaglia chi dice che non ci sono più differenze tra progressisti e conservatori, tra destra e sinistra. Le vicende nostrane - dall'aggressione al giornalista ad Ostia agli insulti alla ragazza italiana di colore in autobus a Torino - e ancora di più le manifestazioni xenofobe e antisemite che abbiamo visto pochi giorni fa in Polonia ci dicono che in Europa non solo soffia un vento di destra ma anche che si stanno rafforzando posizioni estreme e violente. Le parti più deboli delle nostre società si allontanano dalla politica e non si affidano più alle forze riformiste e di sinistra.
Sta qui la necessità di un'iniziativa politica seria del Pd per ripartire dai contenuti, dalle proposte, dalla realtà sociale del Paese. Non fermandosi a rivendicare i risultati - tanti anche se imperfetti - di questi anni. Piuttosto per disegnare un'agenda condivisa per il futuro con tutte quelle forze che - a sinistra e tra i moderati - vogliono costruire una fase nuova per l'Italia di domani. La legge elettorale che il Parlamento ha approvato prevede collegi uninominali e liste corte plurinominali: nei collegi vince lo schieramento che ottiene un voto in più. Non ci vuole molto a capire che un accordo con altre forze sia necessario per conquistare un più alto numero di seggi. Ieri Pisapia ha ricordato che una sinistra che si fermi alla testimonianza è inutile e che dobbiamo scongiurare un'altra Sicilia. Ricucire le divisioni è l'unica risposta di buon senso che possiamo dare allo spaesamento e alla sfiducia di tanti elettori, anche nostri. Oggi il Pd, unito, ha detto che si impegna in questa direzione senza remore e retropensieri, cercando di tessere la tela del centrosinistra laddove si è allentata e persino strappata. Lo dobbiamo fare, non per compiacere questa o quella personalità, ma per l'Italia, per l'Europa, per le persone che hanno più bisogno di rassicurazione e protezione sociale.
