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Dall’immigrazione al welfare, le “idee chiare” di Debora Serracchiani - la presidente del Friuli-Venezia Giulia alla Festa del Pd di Porotto

10 Settembre 2017


di Simone Pesci

È una Debora Serracchiani a tutto campo, quella che si è presentata alla Festa del Pd di Porotto. Populismi, immigrazione, welfare, sanità e, soprattutto “idee chiare” come ripete più volte la presidente del Friuli-Venezia Giulia. Intervistata da Ruggero Veronese di Estense.com, parte parlando dei populismi, un tema che “sta dividendo”, anche se “noi [del Pd, ndr] non vogliamo essere populisti, quelli che guardano altri con diffidenza e paura”. Amministratore e populista devono essere due cose separate: “Uno cerca di risolvere problemi, l’altro individua responsabilità e colpevolizza”. Per questo “occorre una comunità più aperta e civile” così da “creare una missione collettiva, per la quale non basta la politica”. La strada da percorrere, quindi, è quella dell’Europa “alla quale si deve credere, i populisti, invece, vogliono rompere questo meccanismo e pensare ai singoli individui”.

Il tema caldo dell’immigrazione e dell’integrazione: “Dobbiamo trovare un giusto equilibrio fra la tutela dei diritti di chi vive qui, e di quelli che vengono qui – spiega la Serracchiani -. Sbagliato, inoltre, pensare solo all’immediato, bisogna ragionare a quello che accade dopo: per questo occorre un piano nazionale dell’integrazione. Sono da superare le norme nazionali nate prima degli anni 2000 e la legge Bossi-Fini, che ha regolarizzato 450mila immigrati irregolari. Per questo mi viene da ridere quando Salvini mi viene a dare delle lezioni”. In questo sta lavorando il ministro dell’Interno Marco Minniti: “Sta affrontando il tema in maniera organica, cioè cercando di stabilizzare la situazione in quei Paesi da dove partono i flussi. Ha riaperto un dialogo con la Libia; sta utilizzando fondi europei per migliorare la condizione in quei Paesi”.

A causare maggiori preoccupazioni è “il fatto che in Italia si possa adottare il sistema delle banlieu francesi, non basta dare un tetto e tenerli nelle periferie” evidenzia la Serracchiani, che rimarca il rispetto “degli usi e dei costumi del Paese in cui si va” quando gli si chiede della legge francese atta ad abolire il burqa. Ius Soli? “E’ fondamentale, abbiamo delle persone nate qui che non sanno nulla del Paese d’origine, il rischio è metterle ai margini della società e chi si sente messo da parte si incattivisce”.

Sulle recenti parole di Gino Strada, che aveva duramente attaccato Minnti, la Serracchiani è tranciante: “Le Ong hanno fatto un grande lavoro, hanno fatto ordine ma se ti si chiede di rispettare delle regole le devi rispettare”. E prosegue spiegando come “il governo va aiutato perché sta facendo un grande lavoro, ad esempio erano anni che in Libia non si faceva un accordo con le Ong al tavolo”.

Quando le si chiede se l’Italia potrà tornare al welfare di un tempo la presidente fa scendere in campo la sua Regione: “Dobbiamo imparare a spendere i soldi eliminando gli sprechi e a razionalizzare le cose. Con la mia riforma sanitaria in Friuli, per esempio, ho fatto specializzare gli ospedali, ho eliminato diversi primari e accorpato dei reparti. La gente va dove ci si cura meglio, non nell’ospedale di fronte a casa. E con i soldi risparmiati abbiamo adottato il primo sistema italiano di odontoiatria sociale”. Se sulle pensioni “si ha un problema perché non siamo stati avveduti prima perché abbiamo affrontato la cosa pensando solo al presente”, il reddito di inclusione è un tema che divide: “Io voglio aiutare in tutti i modi chi è in difficoltà, ma loro facciano qualcosa per cambiare la propria condizione. Se poi diamo 780 euro a chi non lavora con che spirito, chi sta a casa, può fare di tutto per trovare un’occupazione?”.

C’è il tempo anche per qualche frecciatina a Luigi Di Maio e al Movimento 5 Stelle: “Il Pd è l’unico che fa le vere primarie, è un dato di fatto. Se poi volete sapere come governano guardate Roma: hanno rinunciato alle Olimpiadi per paura della corruzione. Che sarebbe come sopprimere un treno perché in ritardo”. “Ho una certa preoccupazione che il paese possa finire in certe mani” spiega la Serracchiani, che rivela la sua ricetta per una buona amministrazione: “Abbiamo bisogno di idee chiare e di persone che non si accontentino di lasciare le cose come stanno, perché attualmente tanti vivono di rendite e chi vive di rendita sta bene così”.


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