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Femminicidi, no polemiche fronte comune delle elette - intervista de Il Mattino a Francesca Puglisi

29 Luglio 2017

Pari opportunità, fu sbagliato non nominare il ministro ma con la delega a Boschi sono tante le cose realizzate




di Ettore Mautone 


«Sul tema del femminicidio bisogna mettere da parte le divisioni politiche e le polemiche da campagna elettorale e collaborare tra partiti su obiettivi
comuni. Come noi facemmo durante il governo Berlusconi, quando Mara Carfagna era ministro alle Pari opportunità e votammo la legge sullo s tallcing».
Così Francesca Puglisi, presidente della Commissione parlamentare d`inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere, replica alle dichiarazioni rese da Mara Carfagna, parlamentare di Forza Italia e leader del partito a Napoli, in un`intervista al Mattino. «Nei governi che si sono succeduti dal 2013 a oggi c`è stato un serio attivismo di tutto il Parlamento e la commissione d`inchiesta che presiedo sta raccogliendo i dati sulle attività svolte da tutte le Procure».
Senatrice Puglisi, è mancato il coordinamento contro la violenza di genere?
«Tutt` altro: la cabina di regia esiste, eccome. È stata istituita nel 2015, nell`ambito del Piano nazionale straordinario sulla violenza di genere, dall`allora ministra Maria Elena Boschi, oggi sottosegretaria, che continua a presiedere il dipartimento Pari opportunità in seno alla presidenza del Consiglio».
Come lavora quest`organismo?
«Attraverso tavoli tecnici in cui siedono tutti gli attori istituzionali, compresi i centri antiviolenza e l`Osservatorio nazionale».
Quanto è pesata la mancanza di un ministro per le Pari opportunità?
«Fu un errore, lo ha ammesso lo stesso Matteo Renzi. Ma nel 2015 il governo diede la delega al ministro Boschi che oggi continua a guidare quel dipartimento. Dal 2013 a oggi sono tante le cose realizzate dai governi che si sono succeduti».
Quali?
«Dalla ratifica del protocollo di Istanbul al via libera al decreto 119 sul femminicidio e la violenza di genere che rafforzano le misure di prevenzione e
introducono aggravanti e la custodia cautelare. Anche nella legge sulla “Buona scuola” sono previste azioni di sensibilizzazione per i docenti e interventi in tutte le classi».
E i nodi della formazione?
«È infondata l`accusa di averne trascurato i piani: dal 2013 al 2016 abbiamo stanziato ben 70 milioni».
E le critiche della Corte dei conti?
«Sono rivolte al meccanismo di assegnazione dei fondi dalle Regioni agli Enti locali. Effettivamente alcune Regioni hanno speso poco e male. Con il nuovo bando da 10 milioni, pubblicato nei giorni scorsi, tutto ciò sarà evitato. Un milione andrà alle associazioni che si occupano dell`educazione dei maschi maltrattanti».
Intanto i femminicidi dilagano…
«La Commissione d`inchiesta che presiedo al Senato mira proprio al monitoraggio delle norme e delle azioni realizzate nel corso della legislatura. Abbiamo inviato un questionario a tutte le Procure generali e alle Corti di appello per verificare l`applicazione delle norme. Sotto la lente ci sono i dati di utilizzo delle misure cautelari, l`allontanamento dalla casa familiare e le altre misure spesso disattese. Intendiamo capire quante volte i magistrati hanno fatto ricorso a tali leve di prevenzione, quanti sono gli arresti in flagranza di reato, quanti gli allontanamenti da casa comminati. Anche il Csm sta verificando se sono stati creati i pool di magistrati previsti dalla legge».


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