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Sereni: sciopero non diventi uno strumento di visibilità

22 Giugno 2017


Intervento della Vicepresidente alla presentazione della relazione annuale sull'attività svolta dalla Commissione di garanzia dell'Attuazione della legge sullo Sciopero nei servizi pubblici essenziali


La presentazione della relazione annuale sull’attività svolta nel 2016 dalla Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali rappresenta, come ogni anno, un momento importante per riflettere sul ruolo assegnato a tale Autorità, chiamata ad operare in un contesto economico ed istituzionale in profondo cambiamento.

 Il diritto di sciopero, sancito dall’articolo 40 della Costituzione, va contemperato, nel suo concreto esercizio, con altri diritti ugualmente meritevoli di tutela, anch’essi di rango costituzionale, facenti capo ai cittadini e agli utenti che si avvalgono dei servizi pubblici essenziali. Il ruolo che la Commissione è chiamata a svolgere, come  definito dalla legge n.146 del 1990, frutto del pensiero e del lavoro di Gino Giugni, è stato immaginato proprio con l’obiettivo di promuovere, nei limiti di poteri circoscritti ma flessibili ed adattabili alle esigenze,  il contemperamento di valori e diritti costituzionali potenzialmente configgenti, in un’ottica di prevenzione e contenimento del conflitto e degli effetti negativi che da essi possono derivarne per i cittadini.

Nella crisi economica, che ha colpito anche il nostro Paese anche se gli effetti più acuti sembrano per fortuna alle nostre spalle, abbiamo assistito paradossalmente ad un relativo ridimensionamento dei conflitti nell'industria mentre resta significativamente alto il tasso di conflittualità che caratterizza alcuni servizi pubblici, ponendo la Commissione di fronte a problemi nuovi e non facili da gestire.

L’affermarsi di nuovi modelli di produzione, le difficoltà che un numero crescente di aziende incontrano nell’onorare puntualmente i propri obblighi economici verso i dipendenti, il ritardo nel rinnovo di importanti contratti collettivi, la situazione di crisi in cui versano i bilanci di molti enti locali e delle aziende da essi controllate o partecipate, sono tutti elementi che contribuiscono ad alimentare tensioni che sovente sfociano nella proclamazione di scioperi. 

All’incremento dello sciopero “procedimentalizzato” secondo le regole dettate dalla legge si sommano, poi, preoccupanti fenomeni di sciopero selvaggio, frutto di un protagonismo sociale spesso molto radicale, nonchè l’aggiramento delle procedure attraverso comportamenti surrettizi o azioni collettive volte ad eludere le garanzie apprestate dall’ordinamento.  Soprattutto nei comparti più deboli del settore dei servizi, infatti, si assiste al rifiuto di prestazioni di lavoro straordinario legittimamente richieste; al ricorso ad assemblee spontanee in giornate particolari; a proclamazioni di scioperi poi revocati, che sfruttano l’effetto annuncio creando disagi per l’utenza non dissimili da quelli derivanti dall’effettiva astensione dal lavoro. 

In questo quadro il ruolo sanzionatorio dell’Autorità resta importante e richiama le parti sociali al puntuale rispetto delle regole e all’assunzione piena delle proprie responsabilità verso la collettività. Tuttavia, una prospettiva unicamente sanzionatoria non può ritenersi sufficiente, essendo altrettanto indispensabile agire sul fronte della prevenzione dei conflitti e della limitazione degli effetti che ne discendono. In tale difficile contesto l’Autorità ha dimostrato di sapere agire efficacemente, valorizzando pienamente gli strumenti di intervento ex ante che la legge ha opportunamente previsto e sui quali, forse, occorre tornare a riflettere ai fini di un loro eventuale rafforzamento. Lo sforzo crescente dell’Autorità di entrare, fin dove consentito, nel merito delle controversie, al fine di mettere in atto procedure di raffreddamento e prevenzione dei conflitti, va a mio avviso nella giusta direzione, in quanto consente di esplorare fino in fondo, con il coinvolgimento delle parti sociali, tutte le strade che possono condurre ad evitare l’interruzione nell’erogazione di importanti servizi.

Non si possono disconoscere le difficoltà che, anche nel settore dei servizi pubblici, derivano dalla crisi economica per migliaia di lavoratori. Si tratta di difficoltà rispetto alle quali la politica, in primo luogo, è tenuta a dare risposte, ma che chiamano in causa anche il senso di responsabilità delle parti sociali soprattutto nei settori, come quello dei trasporti pubblici, nei quali lo sciopero – per usare le parole di Gino Giugni – “non sia destinato tanto a danneggiare la controparte, quanto a scaricarsi su terzi, gli utenti, privi di strumenti di reazione, almeno dove manchino condizioni effettive di concorrenza”.

A tale riguardo auspico che il percorso di dialogo che nel 2014 ha condotto al Testo unico sulla rappresentanza possa essere ripreso e sviluppato per la definizione di regole pattizie sulla proclamazione degli scioperi, con l’obiettivo di assicurare parametri minimi di rappresentatività ed evitare che lo sciopero si trasformi – come purtroppo è  accaduto anche di recente – in strumento di autolegittimazione e di visibilità per sigle sindacali scarsamente rappresentative.

Con riguardo alle associazioni degli utenti, poi, vorrei sottolineare il ruolo crescente che tali realtà, sempre più strutturate e rappresentative, sono chiamate a svolgere, auspicando che il loro ruolo venga ulteriormente valorizzato anche nella fase che precede la proclamazione dello sciopero, al fine di supportare l’attività di ascolto e mediazione sulla quale la Commissione sta indirizzando maggiormente i propri sforzi.

A fronte del carattere transnazionale di molti servizi, come quello del trasporto aereo e ferroviario, occorre inoltre immaginare forme di coordinamento tra l’attività della Commissione e quella di soggetti istituzionali omologhi di altri Paesi, in una dimensione quanto meno europea, al fine di garantire il rispetto delle regole e la tutela degli utenti a prescindere dal contesto geografico in cui si verifica l’astensione dal lavoro.

La complessità e la delicatezza delle funzioni attribuite alle Autorità amministrative indipendenti nei sistemi democratici richiedono un continuo sforzo di ascolto e di collaborazione anche da parte del Parlamento, nella consapevolezza che la tutela di diritti e valori che affondano le proprie radici nella Costituzione rappresenta un compito a cui sono chiamati, nella diversità di ruoli e funzioni, tutte le istituzioni pubbliche. Con questa consapevolezza e con questo spirito auguro buon lavoro a tutti i componenti della Commissione a cominciare dal Presidente Passarelli cui cedo immediatamente la parola. 

 


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