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Sicurezza urbana, Pagliari: Sicurezza, è un decreto equilibrato - intervento su l'Unità

11 Maggio 2017

Altro che criminalizzare la povertà. Il testo si basa sul concetto di sicurezza integrata, coniugando diritti, legalità e libertà. Tutelando i più deboli

L’approvazione del decreto legge n.14 del 20 febbraio 2017, il cosiddetto decreto sulla sicurezza urbana si connota innanzitutto secondo alcune direttive principali. La maggiore si pone, a mio parere, in ordine all`impostazione, che credo si caratterizzi per elemento estremamente significativo: il concetto della sicurezza integrata. E cioè di un sistema complessivo di norme che regola la questione dell`integrazione dell`azione organica dell`intervento statale e dei suoi organi sul territorio come elemento fondante di una politica che riesca a coniugare sicurezza e diritti, legalità e libertà. E, in questa logica, realizza tanto la sussidiarietà verticale, quanto la sussidiarietà orizzontale nella consapeolezza della complessità del problema. In special modo in ordine alle nuove sfide che il mondo moderno ci pone innanzi, e che appartengono a dislivelli sociali sia interni che esterni, che hanno fatto lievitare negli ultimi anni la sensibilità dellagente rispetto alla questione, soprattutto negli agglomerati urbani, sia quelli più estesi e grandi sia quelli meno, sempre più dispersivi, disaggreganti, impersonali.
Ritengo che ci troviamo di fronte ad un passaggio concettuale, nel campo delle forze politiche e dell`area culturale appartenente al Partito democratico, estremamente importante e credo che la discussione che si è sviluppata in parlamento e nella società, abbia chiarito la difficoltà, da parte anche delle opposizioni, di contestare questo elemento. Ancora una volta siamo stati, infatti, di fronte ad una discussione in cui più i toni degli insulti sono stati alti, più c`era il vuoto delle proposte alternative.Tali proposte, oltretutto, non si sono viste negli emendamenti e nelle discussioni, in cui si è arrivati semplicemente ad affermazioni del tutto gratuite ed offensive per la sensibilità democratica del Governo e del Pd. Dire, come è stato sostenuto, che questo è un manifesto ideologico della criminalizzazione della povertà o dichiarare che siamo di fronte ad una violenta carica repressiva verso i marginali, sono affermazioni che, nel rispetto delle differenze di opinioni, mai dovrebbero essere ammesse nella pur logica contrapposizione degli schieramenti politici, nei confronti della formazione politica avversa.
Questo decreto cerca di realizzare, semplicemente, un equilibrio. E cerca di farlo attraverso il recupero, il più possibile condiviso e comune, del diritto di vivere, in tranquillità e serenità, la propria città da parte di tutti. Non fa nessuna opera di discriminazione cerca di stabilizzare, nella logica del diritto che è dialettica che promuove di fatto uguaglianza, i diritti e i doveri dei cittadini.
Ciò non riguarda i cosiddetti “marginali”, ma incrocia la capacità di convivenza anche di chi marginale non è, anzi tutt`altro, conformandosi come un provvedimento di tutela del più debole di fronte a chi può di più per possibilità materiali, posizione sociale e culturale, senza aggiungere o aggravare la sperequazione dei nostri centri urbani.
Vengono per questo dati maggiori poteri, dietro loro particolare sollecitazione, agli amministratori locali con la capacità di intervenire sullo spaccio, sulla vendita di alcolici attraverso la chiusura di quei punti che divengono centri deleteri per la convivenza civica e che possono assumere anche rilevanza dal punto di vista penale.
Si cerca, così, di recuperare un senso di legalità e di collaborazione nella vita della città, che è elemento essenziale di convivenza. In modo che anziché l`odio o l`incomprensione sociale si sviluppino attenzione e rispetto reciproci. Solo in questa maniera si possono ricreare le migliori condizioni di integrazione e si può aggredire, in modo concreto e secondo canoni inclusivi e di uguaglianza,
l`emarginazione. Se invece si coltiva, in nome di una retorica tutela dei diritti, la distanza e il risentimento tra i cittadini, si ottiene esattamente l`elemento contrario: l`intolleranza che non aiuta le politiche diintegrazione soprattutto di fronte alle sfide, quotidiane, che le politiche migratorie, in cui il Governo e il Pd si stanno impegnando in una benemerita opera di accoglienza, rifugio
e salvaguardia, pongono innanzi alle amministrazioni locali sul territorio e nel contesto più ampio dei tessuti culturali e sociali dei centri urbani della nostra penisola.
Un modo positivo e fattivo per vincere la paura, per accogliere l`altro e, allo stesso tempo, per disciplinare la convivenza, senza la quale ogni comunità si chiude in se stessa e diventa preda di egoismi improduttivi e di rabbia di cui fanno le spese i più disagiati e i più poveri.


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