Mentre si rincorrono le ipotesi sul futuro prossimo di Alitalia e dei suoi dipendenti, emergono alcuni punti fermi: né nazionalizzazione né abbandono della compagnia e dei lavoratori. L’Esecutivo si è mosso immediatamente con l’Europa e il vertice di ieri pomeriggio a palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio e i ministri competenti mostra l’interesse del governo a intervenire nell’emergenza per favorire soluzioni future. Il risultato del referendum, con la vittoria del “NO” all’intesa raggiunta tra azienda, sindacati e governo, probabilmente nasconde la speranza di un ennesimo salvataggio statale di un’azienda da troppi anni in perdita, con sperperi ingiustificati, alcuni privilegi e poca visione strategica in una fase di cambiamento profondo del trasporto aereo ovunque in Europa e nel mondo. L’assemblea dei soci fissata per il 2 maggio sarà il primo passaggio per cominciare a capire quali degli scenari di cui oggi si discute possono effettivamente trasformarsi in concreta realtà. Ridurre al massimo i sacrifici per i lavoratori e rimettere in campo la compagnia, valorizzando gli asset di pregio, è un obiettivo difficile, ma è l'unico possibile al quale tutti i protagonisti debbono lavorare.