Il primo turno delle presidenziali francesi è stato un terremoto per il sistema politico tradizionale d'Oltralpe. Il candidato della destra arriva terzo e quello del Partito Socialista si ferma ad una percentuale decisamente bassa. La candidata del FN Marine Le Pen va al ballottaggio ma arriva seconda mentre Macron con il suo movimento En Marche riceve un consenso straordinario. Se da un lato il voto mostra tutta la crisi dei partiti tradizionali e getta interrogativi non da poco sulla composizione della prossima Assemblea Legislativa, dall'altro segnala la possibilità concreta di porre un argine al populismo della destra radicale. Nessun risultato è scontato per il secondo turno del 7 maggio. Come dicono molti esperti in Francia "nel primo turno si sceglie, nel secondo si elimina": se anche questa volta funzionerà così Macron potrebbe vincere perché la maggioranza dei francesi deciderà di non voler vedere Marine Le Pen all'Eliseo e la Francia fuori dall'Unione Europea. È il risultato auspicabile, per chi ha a cuore il progresso e il futuro dell'Europa. Al quale, se si realizzerà, tutti i protagonisti dovrebbero corrispondere con il coraggio delle riforme necessario.