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Zanda: la difesa della democrazia e le formule di governo - intervento del Presidente dei Senatori Pd su Il Foglio

18 Aprile 2017


Il gioco politico ha stiracchiato da più parti quel che ho cercato di dire a Il Foglio la settimana scorsa. E’ utile precisare due punti rilevanti. Primo: nessuno può dire quale sarà lo schieramento che governerà l’Italia la prossima legislatura, né quali saranno le alleanze possibili. Non conosciamo la legge elettorale con cui andremo a votare né, tantomeno, quale sarà la consistenza di ciascuna delle forze in campo. L’ideale sarebbe una legge elettorale che prevedesse i collegi uninominali e un ragionevole premio di governabilità per chi vince.

 

Ma è chiaro che se le urne dovessero portarci a un equilibrio perfettamente tripolare, nessuno, premio o non premio, avrebbe i numeri per governare da solo. Quindi, molto semplificando, le soluzioni possibili sarebbero fondamentalmente due. Nuove elezioni (forse inutili e comunque pericolose in un paese fragile come l’Italia d’oggi) o il rischio di alleanze innaturali tra sinistra e destra. Sono due ipotesi che non mi piacciono ma che, temo molto, potrebbero essere necessitate. Dire di più, ora, al buio, senza sapere nulla degli schieramenti futuri, è sbagliato.

 

La seconda questione è ancora più importante e riguarda la sopravvivenza della nostra democrazia parlamentare rappresentativa. Quella, per intenderci, che per settant’anni ha garantito le libertà fondamentali degli italiani. Personalmente, considererei antidemocratico e pericoloso sostituirla con un sistema basato sull’uso disinvolto e strumentale dei clic, per di più dominato e controllato da una centrale che opera al di fuori del circuito democratico e che tutto dirige e sanziona a suo piacimento. Oggi, in Italia, l’impero dei clic è sostenuto solo dal Movimento 5 stelle e, per ora, non vedo ripensamenti. Abbiamo visto come lo stanno usando per regolare quotidianamente i conti al loro interno. Tutti gli altri partiti, finora e per fortuna, si riconoscono nel sistema previsto dalla Costituzione.

 

Lottare per difendere la democrazia parlamentare rappresentativa è un dovere per chiunque, destra e sinistra, abbia a cuore i valori su cui si fondano tutte le moderne democrazie occidentali. Questi sono i fatti. Estrapolarne, come conseguenza, l’esistenza, sia pure in ipotesi, di un progetto di future alleanze politiche per un governo del paese che veda uniti tutti i partiti contro i 5 stelle è un errore grave, certamente una vistosa forzatura del mio pensiero.


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