Sono giorni importanti in Europa. I sessant’anni dai Trattati di Roma, la sconfitta dei populisti in Olanda, le presidenziali francesi che entrano nel vivo.
Chi oggi ha 20 anni non ricorda la lira e le altre monete nazionali, non sa cosa vuol dire la coda alle frontiere, sente e vive l’Europa come uno spazio naturale.
È soprattutto a loro che deve parlare il prossimo congresso del Partito Democratico. Per dire che quella Europa, così come loro la conoscono, è una conquista che occorre non solo difendere ma anche rilanciare, con l'obiettivo di superare le timidezze e i limiti di questi ultimi anni.
Sarebbe profondamente sbagliato trasformare il dibattito congressuale in un nuovo scontro. La fuoriuscita di alcuni nostri dirigenti è stato un fatto doloroso ma adesso bisogna guardare avanti, occorre tornare a fare squadra.
La mozione che abbiamo presentato in queste ore, quella per Renzi segretario, dà il giusto risalto alla questione europea e alla funzione che come democratici dobbiamo svolgere. Una mozione dove si parla di equità e giustizia sociale, di innovazione e green economy, parità di genere, lavoro per i giovani, industria 4.0.
Ma soprattutto una mozione che sul Mezzogiorno pone una questione strategica: non basta solo aumentare le risorse economiche, servono politiche che puntino con forza sui settori a più alto margine di crescita, serve aprire un confronto in Europa su forme di fiscalità pro-crescita in aree speciali che si affianchino all’uso dei fondi strutturali.
La Puglia, in questi anni, ha scritto le pagine più importanti di un Sud che sa valorizzare le proprie risorse e capacità. Non a caso il Governo Gentiloni ha scelto Bari come una delle cinque città per la sperimentazione 5G, un’opportunità straordinaria per le aziende pugliesi, la pubblica amministrazione, le nostre università, i centri di ricerca.
E allora sarebbe importante riflettere anche su quali possono essere questi settori strategici, le competenze da far crescere, il ruolo delle imminenti trasformazioni tecnologiche, il modo con cui integrare politiche nazionali e locali.
Un discorso simile vale per l’agroalimentare, che ha assunto grande centralità e che viene visto con interesse da tanti giovani meridionali, grazie anche alle possibilità offerta dalla Banca della Terra per l’assegnazione e la vendita di terreni agli under 40.
Mi piacerebbe vivere un congresso così, scintillante sulle idee e appassionato nel cercare nuove risposte.
Un congresso che analizzi l’esperienza di governo che abbiamo vissuto, ma lo faccia in maniera onesta, cominciando dalle cose che devono essere patrimonio di tutti: il lavoro fatto sulla cultura, che negli ultimi anni finalmente è diventata centrale nell'azione di governo e che, non a caso, viaggia con un PIL superiore alla media nazionale. Sul sociale con la legge sul Dopo di Noi, sulle pari opportunità con la legge sulle Unioni Civili. E poi la riduzione delle tasse per le aziende che hanno assunto, le tutele per le partite IVA, le novità introdotte nella pubblica amministrazione e nella giustizia, gli 80 euro. Ma anche tutto quello che si deve mettere in campo in questi ultimi mesi di legislatura.
Siamo gli unici che possono fare un congresso così, gli unici che scelgono il loro leader con una giornata di partecipazione popolare con milioni di partecipanti al voto: è un’opportunità, non sprechiamola, il prossimo 30 Aprile, con Matteo Renzi e tutta la comunità democratica, il nostro impegno per il futuro dell’Italia.
Alberto Losacco, deputato PD
@AlbertoLosacco
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