Esprimo la mia piena soddisfazione per l’approvazione della legge nazionale contro il caporalato: licenziando il testo definitivo, la Camera ha colmato una lacuna che si trascinava da decenni e della quale il Sud, e la Calabria in particolare, hanno una conoscenza quotidiana. Le sanzioni introdotte. non solo per gli intermediari illegali ma anche per i datori di lavoro consapevoli dell’origine dello sfruttamento, unitamente all’aiuto concreto alle vittime del caporalato, rappresentano un’acquisizione di civiltà che continua la meritoria linea del governo di contrasto allo sfruttamento dei lavoratori agricoli. Mi preme anche rivolgere un apprezzamento per il lavoro svolto al capogruppo PD in Commissione Agricoltura, Nicodemo Oliverio, il quale conferma il suo impegno a favore della legalità e della centralità di un’agricoltura sana, quale cardine per lo sviluppo sostenibile di un Mezzogiorno che vuole essere protagonista del proprio riscatto. Anche la scelta del ministro Martina di presentare, la nuova normativa in Calabria, e in particolare modo lunedì prossimo a Rosarno, testimonia la consapevolezza del governo nazionale delle dimensioni del fenomeno presente in Calabria. Noi calabresi sappiamo bene quanto il caporalato si nasconda spesso dietro muri di gomma fatti di paure, ma anche di connivenze, per il cui sradicamento occorre la massima mobilitazione di tutti: istituzioni, imprese, associazioni e organizzazioni sindacali. Adesso c’è uno strumento efficace: l’auspicio è che se ne faccia un uso rapido ed effettivo.