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Candidati controllati uno per uno - intervista de Il Mattino a Franco Mirabelli

28 Aprile 2016


Intervista di Lorenzo Iuliano pubblicata da Il Mattino (file PDF)

Domani saranno esattamente due mesi dalla sua nomina a commissario del dilaniato partito democratico della provincia di Caserta. Il senatore milanese Franco Mirabelli, 56 anni, bocconiano e capogruppo in commissione Antimafia, è chiamato ad affrontare la nuova grana dell`inchiesta che investe un personaggio di primo piano come Stefano Graziano. E allora via alle contromisure. 
Mirabelli annuncia la «road map» della legalità verso il voto amministrativo e sgombra il campo da ogni tentativo di strumentalizzazione, ribadendo con forza che «Caserta non finirà per essere la Quarto del Pd, non faremo come i Cinque Stelle».

Senatore, che rischio corre il partito sotto i riflettori di questa nuova indagine?
«Gli stessi rischi che correva anche prima, innanzitutto quello di essere omologato in un quadro politico, come quello casertano, in cui per la stragrande maggioranza dei cittadini la politica è qualcosa da tenere lontano, che si associa a corruzione e malaffare. Lo sforzo che stavamo già facendo e che continueremo a fare è di costruire credibilità, a partire dalle liste che presenteremo, che dovranno dare la massima garanzia di legalità agli elettori. E poi ci ripromettiamo di cambiare il partito».

Un partito dove continua a regnare la guerra tra bande anche dopo il suo arrivo?
«Prima mandiamo a governare amministratori capaci e onesti, poi però dobbiamo costruire il partito a Caserta, che non può essere proprietà di tizio o di caio. Basta con il partito dei comitati elettorali, perché così si dà l’idea di un Pd che non discute dei problemi reali della gente. Ecco le cose che dobbiamo realizzare. Altrimenti, essendo l’unico partito organizzato nel casertano, rischiamo di essere dentro un meccanismo appetibile per chi cerca altro. Noi dobbiamo alzare le barriere».

Nel Pd di Terra di Lavoro ci sono diversi indagati, Caserta può diventare la «Quarto del Pd»?
«E evidente che il tentativo è questo da parte di alcuni, noi non risponderemo a Caserta come hanno risposto i Cinque Stelle a Quarto. Noi non nascondiamo nulla e siamo in campo a viso aperto, tanto che, appena avuta notizia dell’indagine, Graziano si è autosospeso, mentre ricordo che su Quarto, prima che qualcuno andasse via, ci sono volute molte segnalazioni da parte del sindaco. Il nostro problema è rafforzare la battaglia di legalità, per questo non faremo ancora una volta come i Cinque Stelle, che a Caserta non presenteranno la lista per i rischi di infiltrazioni. Noi non rinunciamo, pur sapendo che dobbiamo fare di più per mettere in sicurezza partito e amministrazioni locali. E troppo facile fare le anime belle, come fanno loro in territori così difficili, se poi si rinuncia a fare le battaglie di democrazia per provare a cambiare le cose».

La commissione Antimafia ha stilato un elenco di 15 Comuni su cui saranno avviate verifiche più stringenti sulle liste. Due sono in provincia di Caserta: Trentola Ducenta e Villa di Briano. Cosa accadrà in concreto?
«Saranno verificate le liste, nome per nome, accedendo alle banche dati disponibili. Poi altre azioni ci saranno durante la campagna elettorale, in collaborazione con le forze dell`ordine, che sono chiamate a segnalare eventuali anomalie che riscontrano sul territorio. Per quanto riguarda Trentola Ducenta, spero che il governo decida presto di non mandare il paese al voto. Il Comune va verso lo scioglimento per infiltrazioni di camorra, sarebbe paradossale sprecare tempo ed energie».

Senatore, eppure proprio ieri la minoranza interna al Pd, con Stumpo, l’ha attaccata sul caso Marcianise, arrivando a mettere in discussione il suo ruolo di commissario. Lei rischia l’incarico?
«Non credo proprio. Il commissario ha il vantaggio di non dover prendere voti né altro. Sono un po` stupito dal fatto che in una fase così difficile si continuino a riprodurre dinamiche di scontro interno tutto autoreferenziale. Non c’è l’assunzione di responsabilità. L`unità è importante per vincere. Nella città di Caserta l’abbiamo raggiunta, non è stato possibile dappertutto, ma continuiamo a lavorare. A Marcianise va chiusa una fase ridicola, in cui si pensa che un problema politico si possa risolvere con forzature regolamentari. In un partito diviso bisognava scegliere l’opzione migliore, che è quella del giornalista Antonello Velardi. Ad Aversa invece qualcuno vuole mettere in discussione il risultato delle primarie, che hanno visto la vittoria di Marco Villano. E semplicemente assurdo».

In questo quadro così complesso, qual è la road map della legalità verso il voto?
«Liste pulite e grande attenzione per i segnali spia degli interessi criminali, su cui mobiliteremo innanzitutto i nostri iscritti. Inoltre chiederemo a tutti gli alleati di fare lo stesso lavoro sulle loro liste. Poi la battaglia per la legalità non si fermerà il giorno prima o il giorno dopo il voto. Nella seconda fase, puntiamo a tutelare le amministrazioni elette con tutti gli strumenti esistenti, a partire dalla rotazione dei dirigenti».

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