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Fiano: ora un sindaco con la testa in centro e i piedi nelle periferie - intervista de la Repubblica

22 Agosto 2015

di ANDREA MONTANARI

Emanuele Fiano, deputato del Pd e candidato alle primarie per la scelta del candidato sindaco di centrosinistra non ci sta: «Le polemiche le lascio ad altri. A me interessa volare alto e pensare alla Milano del futuro». Sul futuro di Giuliano Pisapia chiarisce: «Se si ricandidasse, naturalmente lo appoggerò e non si faranno le primarie, ma non ho paura di papi stranieri, né di dire ciò che serve a Milano. Un sindaco che abbia i piedi nelle periferie e la testa in centro».

Onorevole Fiano, nonostante l'invito del Pd ad aspettare, lei si è candidato alle primarie ugualmente. Perchè?

«Noi dobbiamo occuparci di Milano e di come proseguire il buon lavoro che è stato fatto in questi anni da Pisapia e dalla sua giunta. Dobbiamo mettere le radici per un futuro ancora migliore. Il Pd sceglierà in settembre le modalità con cui partecipare alle prossime elezioni amministrative. Penso che le primarie si debbano fare. Sono state una parte essenziale della vittoria di Pisapia nel 2011. Rimango fedele a quanto hanno detto in occasione dell'assemblea nazionale del Pd il vice segretario nazionale Guerini e i segretari regionale e metropolitano, Alfieri e Bussolati».

Le indiscrezioni, non smentite, che parlano di pressioni di Renzi su Pisapia perchè si ricandidi non indeboliscono le candidature in campo?

«Non mi sono mai occupato delle indiscrezioni, delle energie che ci sono in campo per risolvere i problemi del dopo Expo e della Città Metropolitana».

Ma se alla fine Pisapia si ricandidasse?

«Molto bene. Lo appoggeremo e non si faranno le primarie ».

Il suo competitor Pierfrancesco Majorino dice che lei si occupa di leggi elettorali, mentre lui sta in mezzo ai problemi di Milano.

«Gli faccio un regalo. Gli lascio tutto lo spazio dell'intervista su queste cose. Trovo che sia controproducente e inutile fare polemiche tra noi. La penso come George Lakoff, che da consulente di Barak Obama nel 2009 diceva: i Democratici vinceranno se non penseranno all'Elefante. Dentro alle primarie o tra i nostri avversari nel centrodestra. Noi dobbiamo dire ai milanesi la città che vogliamo e che saremo capaci di progettare per il futuro. Punto».

Alla presentazione della sua candidatura lei ha detto che Pisapia ha lavorato bene, ma si deve fare di più. Cosa?

«Su due temi che solo per questioni di tempo non è riuscita ancora ad affrontare. Il dopo Expo e la Città metropolitana. Milano è un luogo per sperimentare politiche innovative.

Sul dopo Expo condivide il progetto del campus universitario?

«Appoggio l'idea del governo e del Comune di farne un grande centro di ricerca. Può essere per Milano l'occasione di attrarre nuovi investimenti. La mia proposta è quella di sperimentare in quell'area una tassazione agevolata e incentivi per favorire gli investimenti».

Nel suo slogan, però si parla di più sicurezza.

«Milano viva, sicura e democratica. Il problema è distinguere la percezione dalla realtà. Molto è stato fatto grazie al lavoro dell'assessore Marco Granelli. Basta vedere l'effetto del pattugliamento nei pressi della stazione Centrale. Le parole d'ordine sono la prevenzione e il presidio del territorio. Serve una politica locale complessiva. Attraverso il coordinamento tra le forze dell'ordine, le istituzioni e i cittadini».

Perchè i milanesi dovrebbero votare Fiano sindaco?

«Perché sento di condividere con Giuliano Pisapia l'idea che essere di sinistra significa saper interloquire con tutti i settori della città non riducendosi solo a circuiti interni che possono essere rassicuranti per chi ci sta dentro, ma divisi per chi resta fuori. Secondo la tradizione riformista di questa città fin dai tempi di Caldara».


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