Contro lo Stato islamico (Isis) l'uso della forza è necessario, ma non sufficiente, perché solo lo sviluppo di diritti e democrazia nel mondo arabo si potrà arrivare a una soluzione del conflitto mediorientale. L'ha detto oggi l'alto rappresentante della Politica estera e di sicurezza Ue Federica Mogherini, che ha ricevuto a Roma il premio "Boris Biancheri" dell'Ispi. "A volte l`uso della forza si rende indispensabile. È stato così in passato e potrà essere così anche in futuro. Ma non è mai risolutivo", ha affermato la vicepresidente della Commissione europea. "Pensiamo alla minaccia rappresentata dal gruppo terroristico che si fa chiamare Stato islamico, Daesh. Una grande coalizione internazionale - Paesi arabi e occidentali insieme - si è mossa per fermare il suo progetto di conquista territoriale. Un progetto che unisce un`ideologia perversa e apocalittica, vendette settarie, la volontà di controllare immense risorse economiche. Un progetto di distruzione che usa la religione - una nobile religione - per uccidere i suoi stessi fedeli in una banale quanto crudele lotta di potere", ha ricordato l'ex ministro italiano. Tuttavia, ha precisato, "la risposta militare è una scelta necessaria, ma non sufficiente". Per sconfiggere l'Isis, secondo Mogherini, sarà necessario affrontare "le cause profonde" della sua ascesa. "Solo - ha elencato - se l`Iraq sarà un paese solido, inclusivo e democratico. Solo se la Siria si avvierà finalmente sulla strada della della transizione politica e della riconciliazione nazionale. Solo se sapremo mostrare e dimostrare che parole come diritti, sviluppo e pace non sono privilegio di pochi, nel mondo arabo come in Europa e nel resto del mondo".