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Franceschini: non sottovalutare mai più l'oro della cultura. Fondi extra al Jazz - intervista de Il Messaggero

12 Marzo 2015




Il passaporto per il mondo ha i baffi del maestro Burri, la colonna sonora di Umbria jazz, la vanità del Festival di Spoleto e la mappa dei tesori culturali made in Umbria. 
A viaggiarci per un giorno, da Città di Castello ad Amelia, passando per Spello, è stato il ministro alla Cultura Dario Franceschini convinto si possa valorizzare meglio tutto quell'oro sul quale camminano più umbri che turisti.

Perché quel passaporto serve a traghettare l'Umbria nel circuito dei grandi numeri, delle cifre importanti lasciate troppo spesso agli altri più lesti, più manageriali e, forse, più cinici. Partendo dal suo tesoro finora meno valorizzato (almeno in casa), il maestro dei sacchi e degli strappi.

Ministro Franceschini, Burri come traino per portare e far scoprire l'Umbria e la sua cultura nel mondo?


«Esattamente il mondo, perché ormai la dimensione delle iniziative importanti deve e può essere solo internazionale. Il patrimonio che ho visto a Città di Castello è molto importante e il lavoro straordinario della fondazione burri va sostenuto per moltiplicare il numero dei visitatori. Nel corso dell ultimo anno il ministero ha fatto un forte investimento sul sistema museale, ma dobbiamo è possiamo fare ancora di più proprio valorizzando il rapporto con le fondazioni e i musei di arte moderna e contemporanea».

Burri in un circuito in cui figuri anche l'Expo?


«L'esposizione milanese è un'occasione irripetibile per mostrare il nostro tesoro culturale e ricavare un richiamo turistico, ma non deve toccare solo poche città destinate al sovraffollamento e umiliarne altre, altrettanto importanti, con il vuoto. Il Comitato per il centenario contiene persone e potenzialità per far volare altissimo Burri Città di Castello e l'Umbria tutta».


D'accordo, ma le infrastrutture per portare qui i turisti?


«Non credo siano le infrastrutture non brillanti a fermare i flussi turistici. Una volta arrivati in Italia provenienti dal mondo le distanze non sono enormi».

L'Umbria è Burri, ma non solo: ci sono altri progetti in cantiere per la terra di Francesco?

«Proprio a Francesco e ai suoi percorsi abbiamo pensato in un progetto. Ma oltre a Città di Castello con Burri e Spello con i suoi bellissimi mosaici romani arrivo da Amelia e le sue mura crollate. Ecco, faremo tutto il possibile per trovare fondi utili al restauro».

Solo una promessa?


«Beh, come promesso a novembre, le città finaliste per l'agone di capitale europea della cultura, tra cui Perugia, avranno un milione di euro ciascuna da investire in infrastrutture e attività. In questo modo si consente ai Comuni di realizzare le iniziative messe in cantiere. Una promessa mantenuta».

Restiamo a Perugia e parliamo di Umbria Jazz: a parte pochi spiccioli elargiti ogni tanto, la manifestazione non è stata mai baciata dal ministero.


«Il jazz è una delle grandi eccellenze del nostro Paese una realtà niente affatto di nicchia: solo nel 2012 ha prodotto oltre 4.000 concerti su un totale di 18.000. L'Umbria Jazz festival è la dimostrazione della forza internazionale che il nostro paese può vantare nel settore. Il ministero è molto sensibile e infatti da quest'anno per il jazz è stato previsto un finanziamento straordinario e sono state varate nuove regole per accedere al Fondo Unico per lo spettacolo, il Fus, che eliminano le difficoltà che nel passato erano state riscontrate proprio dal mondo del jazz».


Altra realtà umbra della cultura è il Festival dei Due Mondi di Spoleto, un appuntamento guardato sempre con favore dal pubblico internazionale. Tutto confermato anche quest'anno?


«Certo, non ci sono stati mai dei dubbi. Anzi posso anticipare che il programma del Festival verrà presentato a Roma l'8 maggio prossimo. Anche in questo caso c'è stato un gran lavoro per ampliare i collegamenti con i circuiti internazionali del turismo culturale».

Ministro, in una giornata ha visto solo una piccola parte dell'Umbria dei beni culturali, le sono venute altre idee?


«È un territorio incredibilmente ricco di tesori e orgoglioso di avere questo importante patrimonio perciò merita una migliore valorizzazione, una più capillare diffusione di questa mappa dei tesori da far scoprire. E a questo stiamo lavorando»


Ma ognuno deve fare la sua parte, vero?


«Soprattutto occorre dialogare. Ho riformato le Soprintendenze affinché migliorasse il dialogo con le amministrazioni locali e ci fosse un'intesa migliore. Altrimenti è un colloquio tra sordi. Spero di esserci riuscito». 




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