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Serracchiani: arrivare al 2018, per realizzare finalmente le riforme - intervista al vice segretario del PD de La Stampa

02 Febbraio 2015

Ora bisogna mettersi ventre a terra per fare marciare le riforme rinsaldando l'alleanza di governo.




di Carlo Bertini


Debora Serracchiani, superato questo tornante, sul selciato restano molti feriti,. In casa Ncd c'è il pericolo di seri smottamenti,. C'è aria di rimpasto nel governo?

«Ora bisogna mettersi ventre a terra per far marciare
le riforme rinsaldando l'allenza di governo. E non si parla né di verifica, vecchio termine da prima repubblica, né di eventuali rimpasti. Se ci saranno sviluppi ogni valutazione sarà rimessa al premier».

Il prossimo focolaio di tensioni politiche sarà il famoso decreto fiscale. La Boschi dice che non si può non fare una norma che riguarda 60 milioni di italiani solo perché riguarda anche Berlusconi.  Concorda?

«Certo. Il venti febbraio verrà portati in consiglio dei ministri un provvedimento organico che riguarda la materia fiscale, ivi compreso il decreto al momento messo da parte, sul quale saranno fatte tutte le valutazioni in sede di governo. Quello originario inaspriva le sanzioni pecuniarie e valutava in modo diverso gli aspetti penali dell'evasione, mettendo un tetto, che del resto è presente in tutte le legislazioni europee».

Con l'operazione andata in porto per il Colle, il premier si è rafforzato ma il governo è più debole, se non altro perché fa perno su un'alleanza meno solida. O no? 

«No il governo in realtà esce rafforzato perché si e fatta definitivamente chiarezza su una cosa sempre detta: che il patto del Nazareno aveva a che fare solo con le riforme e la legge elettorale. Poi il metodo seguito, che può aver generato incomprensioni, ha portato alla scelta di un presidente condiviso da tutti, insomma una persona che ha unito di più. E che ha di più allargato il consenso. Era chiaro che doveva essere un nome che prima di tutto univa il Pd restituendo l'orgoglio appannato dalla ferita dei franchi tiratori del 2013. E dall'altra parte con una figura di così alta levatura si è allargato il consenso a sinistra con Sel, ma anche al centro, nel centrodestra con Ncd e con una parte di Forza Italia».


La legislatura è a rischio se l'Ncd non si sgancerà di nuovo da Berlusconi? 


«L'obiettivo ancora più realizzabile è quello di arrivare al 2018: al di là di un momento di fibrillazione nei gruppi, a nessuno sfugga che la positiva reazione nel paese porta con sè una richiesta di realizzare finalmente le riforme. Il nuovo centrodestra si è già sganciato da Berlusconi decidendo di votare Mattarella. L'Ncd che è al governo dovrà essere coprotagonista e responsabile di questa stagione di riforme che insieme abbiamo avviato».


Pericoli in vista al Senato sulle riforme dopo lo strappo del patto del Nazareno? 


«I numeri ci sono, ovviamente auspichiamo di continuare il percorso anche con Forza Italia dopo una fase di ricucitura dei rapporti, fisiologica visto quello che è successo. E la loro scelta di votare scheda bianca può essere un buon viatico in tal senso».


Nel Pd Bersani e compagni nutrono speranze di cambiare l'Italicum. Verrà modificato ancora una volta il testo uscito dal Senato? 

«Riteniamo sia quello giusto per la definitiva approvazione e che non vi saranno scossoni alla Camera tali da modificarlo.
E prima di ricominciare le ostilità sarebbe bene godersi una luna di miele col paese ritrovata grazie ad un lavoro di squadra, visto che Renzi ha coinvolto tutti. In ogni caso la figura del presidente, scevra da pregiudizi e autonoma accompagnerà il percorso nel modo migliore».


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