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Rosato: i ribelli M5S? Li ascolto, ma non li ho arruolati - intervista del Corriere della Sera al vice capo gruppo del PD alla Camera

29 Gennaio 2015

Non cadremo nelle trappole di chi non viene agli incontri e prova a incastrare il Pd




di Monica Guerzoni

«Non accetteremo provocazioni dai cinquestelle». Ettore Rosato, vicepresidente vicario del Pd alla Camera, è l'uomo di fiducia del premier nel gruppo di Montecitorio. Triestino, renziano di rito franceschiniano, ha fama di grande lavoratore e di mediatore infaticabile, ruolo prezioso nelle ore più complicate della legislatura. 
Ieri in Transatlantico l'abbiamo visto solidarizzare con Mara Mucci, la deputata aggredita verbalmente assieme ai colleghi Baldassarre e Rizzetto per aver detto addio a Grillo. 

Prodi e Bersani sono tra i dieci papabili del M5S. 

«Non cadremo nelle trappole di chi non viene agli incontri e prova a incastrare il Pd». 

Anche Pippo Civati lavora per Prodi... 

«Purtroppo c'è qualche mio collega che si presta a giochetti del M5S, danneggiando il Pd e gli stessi candidati». 

E se Prodi dovesse crescere nelle prime votazioni ? 

«Non ci interessano messaggi dati per gioco o per provocazione, tanto più che nessuno nel M5S ha preso le distanze dall'aggressione di stampo fascista ai parlamentari usciti dal movimento. Sono rimasto sbigottito per il loro silenzio». 

Ha convinto qualche ex grillino a passare nel Pd? 

«Non è il mio ruolo, ma perché non dovremmo dialogare con chi sta al merito delle questioni? Non verranno con noi, sono autonomi. Però penso che qualcun altro se ne andrà». 

Se Renzi dovesse proporre Mattarella, il giudice costituzionale ce la farà? 

«Il Pd è unito e anche gli altri partiti con cui stiamo dialogando hanno la consapevolezza di una grande responsabilità. Una crisi sull'elezione del presidente non si potrebbe spiegare agli italiani e avrebbe conseguenze anche sui gruppi». 

Se invece finisce tutto nella palude, si rischia il voto anticipato? 

«Ci sono le condizioni per eleggere al quarto scrutinio una personalità del più alto spessore e in grado di unire. Renzi lavòra per questo». 

Il Pd ha subìto il veto di Berlusconi su Prodi? 


«Noi non accettiamo veti su Prodi e su nessun altro, ma neanche imposizioni. Prodi è stato il padre dell'Ulivo. La candidatura che unisce va fatta maturare nella più ampia maggioranza possibile». 

Il fantasma dei un aleggia ancora? 

«Non ripeteremo gli errori del 2013. La novità di oggi è anche il metodo, con consultazioni continue che hanno coinvolto i gruppi parlamentari in ogni passaggio». 

Nella minoranza c'è chi teme che Mattarella possa essere bocciato dai franchi tiratori per fare largo a un uomo di Palazzo Chigi. 

«Ricostruzioni preventive, fastidiose e immotivate. Il primo a custodire il risultato nell'interesse del Paese del Pd è Matteo Renzi, che ha scelto un percorso trasparente e limpido. Niente si è deciso nelle segrete stanze». 

Il Patto del Nazareno vacilla? 

«Noi non vogliamo in maniera immotivata rompere un rapporto che abbiamo costruito e sul quale si basa il percorso delle riforme. Questo non vuol dire che il Pd, con il 45 per cento dei grandi elettori, non possa far valere la forza dei suoi numeri».


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