Fuori nevica e all`Opera di Riga Federica Mogherini assiste insieme a tutta la Commissione Ue al concerto che celebra l`inizio del semestre di presidenza europea della Lettonia. «Bisogna separare la parola "terrorismo" da "Islam"» ha detto poco prima in conferenza stampa l`Alto rappresentante europeo per la politica estera. In un attimo di pausa, aggiunge che l`«Europa deve comunque mantenere i nervi saldi, agire rapidamente per garantire la sicurezza di tutti ed evitare di far d`ogni erba un fascio, perché si alimenterebbero problemi anche maggiore». Puntare sui valori. E sui risultati.
Dopo Charlie Hebdo, cosa cambia nella strategia Ue?
«Anzitutto faremo il possibile per raccordare il lavoro dei ministri degli Interni, della Giustizia e degli Esteri, partendo dalla libera circolazione dei cittadini per arrivare al nodo dei "foreign fighters". Questo è il valore aggiunto più importante. Al contempo, vanno coordinati anche i servizi di informazione. Conosciamo bene le gelosie esistenti, non hanno senso. Dobbiamo lavorare insieme, davvero, per prevenire le tragedie».
Con quali strumenti?
«Tutto quelli disponibili, a partire dal Pnr, l`intesa sui dati dei passeggeri delle compagnie aerei bloccata all`Europarlamento da due anni. Ogni commissario sta mappando il lavoro già fatto per valutare nuove misure concrete. Ci vorrà tempo, ma non ne dobbiamo perderemo. I ministri degli Esteri ne parleranno il 19. I responsabili di Giustizia e Interni entro la fine del mese».
Mica facile, con l`aria che tira.
«È necessario diffondere il messaggio della razionalità, serve a rafforzare le condizioni di convivenza civile. Significa, ad esempio, assicurare alla Giustizia i criminali di Parigi senza toni che alimentano il confronto e le tragedie. Le autorità francesi stanno facendo bene».
Marine Le Pen parla di ripristinare la pena di morte, la Lega vuol bloccare Schengen. E voi?
«Noi dobbiamo difendere i principi europei, la libertà di stampa, i valori della democrazia e della convivenza, la libera circolazione, la certezza e l`adeguatezza delle pene. L`Europa è capofila nella lotta contro la pena di morte, non si torna indietro. La risposta nel cercare di vivere insieme essendo differenti, come l`Europa che è nata per far star stare insieme popoli che da sempre si facevano la guerra».
Quando ci sono i morti dicono tutti così. Qualcuno dovrebbe fare autocritica, non le pare?
«Si, ma bisogna andare oltre. La politica ha sempre due scelte. Seguire o mostrare la strada. È qui che servono leader forti, qui che si misura la loro capacità».
Come lo spiega a chi crede che l`Islam sia la causa di ogni male?
«Coi risultati. So bene che chi ti ascolta si attende che qualcuno parli di "pugno duro" o "di pena di morte". Invece si deve dire che fra i valori centrali dell`Unione, oltre la "libertà di vignette", c`è la capacità di agire razionalmente per il bene comune. Occorre essere efficienti e agire in modo concreto».
Lo si vede raramente.
«Troppo spesso si fanno sparate mediatiche, si dice ciò che si pensa che i cittadini vogliono sentire e si dimentica di agire. Non serve. Dobbiamo rispondere all`esigenza di sicurezza e ricordare che l`intolleranza si esprime in molti modi. Servono regole. Ma anche un lavoro culturale di rigenerazione delle radici dell`esperienza europea, quelle dell`unità nella diversità».