«La differente aliquota Iva (4% sui libri tradizionali e 22% sugli e-book) ha rappresentato finora uno degli ostacoli alla diffusione della lettura in Italia. «Finalmente si va verso equiparazione dell`Iva sugli ebook a quella sui libri cartacei. E` assurdo tassare i libri elettronici quanto i videogame». Dario Franceschini torna dal Consiglio dei ministri della Cultura Ue con la garanzia che l`Ecofin parificherà l`Iva al 4%. Una svolta.
È stata accolta la mozione dell`Italia?
«Sì. I ministri europei della cultura hanno sottoscritto un testo che tiene conto della differenza di trattamento che c`è tra libri di carta e e-book in materia fiscale. E` il riconoscimento che questa diversità di trattamento deve essere superata. Adesso saranno i ministri delle finanze europee potranno risolvere la stortura. È una questione di buon senso».
Cosa accadrà ora?
«La questione sarà affrontata nell`ambito della revisione delle regole Ue sull`Iva. Rientra tra i temi in agenda della Commissione di Jean-Claude Junker. La nostra battaglia culturale ha fatto sì che sul tema e-book vi sia stato un lungo e approfondito dibattito che ha portato ad una posizione che ha coinvolto alcuni paesi inizialmente contrari, a cominciare dal Regno Unito.Presto le regole continentali cambieranno per riconoscere che un libro è un libro, al di là del supporto di lettura.Saranno i prossimi Ecofin a doversene occupare. Ma il traguardo è più vicino. L`approvazione all`unanimità da parte dei ministri della cultura parla chiaro».
Non c`è il rischio di una procedura di infrazione Ue se l`Italia dovesse applicare l`Iva ridotta al 4% sugli e-book?
«Non ci sono i termini per l`infrazione. Dimostreremo che non ci sono le condizioni perché l`Europa avvii la procedura. L`Iva ridotta sugli e-book non è ancora legge, anche se esiste una maggioranza che la sostiene. Il Parlamento italiano deve completare l`iter. Per ora è stata approvata in commissione bilancio. Deve andare in aula alla Camera e al Senato. In Italia c`è un`intesa trasversale tra maggioranza e opposizione».
Cosa è cambiato?
«In Europa si sta sgretolando il blocco di stati contrari a un tassazione agevolata. Governo e Parlamento italiani sapevano che approvando l`emendamento rischiavano, ma la procedura d`infrazione non è automatica, perché poi avremmo da discutere anche su questo. Ce la giocheremo. È urgente promuovere la lettura come strumento per diffondere il sapere, incoraggiare la creatività, sostenere l`accesso alla cultura e la diversità culturale e sviluppare finalmente la piena consapevolezza dell`identità europea».
In che modo?
«La norma identifica il libro. E` difficile dire che se è su carta è un libro e se è su supporto elettronico non lo è. E se il trattamento fiscale vuole aiutare la lettura, vale al di là del supporto. Germania, Francia e Spagna sono su una posizione avanzata spingeranno in questa direzione insieme a noi. La scelta dell`Italia si aggiunge a quella di Francia e Lussemburgo di modificare la propria legislazione nazionale. La riunione odierna è stata molto positiva ed un passo nella direzione che volevamo. Il nostro Paese registra percentuali molto basse. Ci stiamo muovendo verso un più ampio accesso alla cultura e all`informazione. Andiamo verso la creazione di un mercato unico digitale che permetta ai cittadini Ue di accedere a contenuti audiovisivi attraverso i diversi supporti elettronici da qualsiasi luogo in Europa».