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Violenza Donne: Sereni, tanta strada è ancora da fare

25 Novembre 2014

La vice presidente della Camera al convegno di Amnesty International: la Convenzione di Istanbul è stata adottata, ma le parole di Erdogan...

“Il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne non sia una commemorazione ma un’occasione per fare un bilancio, per capire quanto è stato fatto e quanto ancora bisogna fare. Tanto, tantissimo, perché la violenza contro le donne resta un fenomeno gravissimo e profondo, in Italia e a livello internazionale”. 

Lo ha detto la vice presidente della Camera Marina Sereni, ricevendo le oltre 20.000 firme raccolte da Amnesty International sulla petizione "Fermiamo la violenza contro le donne!" e intervenendo all'incontro: “La violenza sulle donne in Italia. Obblighi internazionali e sviluppi nazionali”. 

“A giugno del 2013, a pochi mesi dall’avvio di questa XVII legislatura, il Parlamento italiano ha ratificato la Convenzione di Istanbul che impegna i governi a prevenire e contrastare la violenza femminile anche in ambito domestico. Il 15 ottobre dello stesso anno  - ha ricordato Sereni - abbiamo approvato la legge 119 che attua nell'ordinamento italiano molti degli impegni previsti in quella Convenzione internazionale.  Con la legge di stabilità 2014, infine, si sono aumentati i fondi per le politiche di contrasto alla violenza, raggiungendo la cifra di circa 18 milioni di euro, finanziamento che si ripete nel Bilancio dello Stato per il 2015. In questo caso possiamo dire che il Parlamento, senza distinzioni tra maggioranza e opposizione, ha fatto la sua parte, assumendo questo tema come una priorità, lavorando in un rapporto proficuo con la società civile nelle sue diverse articolazioni. E l’ha fatta, sono sicura, perché questo è il Parlamento più femminile dalla nascita della Repubblica”. 

“Tutto fatto? Assolutamente no. E' emblematico che proprio in una giornata come questa le pagine dei giornali riportino le parole gravi del Presidente turco Erdogan. Proprio da Istanbul, la città dov’è stata firmata la Convenzione, sentiamo argomenti che negano alla radice le pari opportunità e la parità tra uomini e donne. D'altro canto, le cifre della cronaca ci dicono che anche qui, in Italia, le donne sono quotidianamente sottoposte a violenze e soprusi, il più delle volte per mano di mariti o ex, vicino o dentro le mura domestiche. Ora per il Parlamento la priorità non è, a mio avviso, fare nuove leggi quanto spingere perché si attuino le politiche che servono sul piano della prevenzione, del sostegno alle vittime, dell'educazione e dell'informazione. I fondi ci sono – conclude -  se ci sono stati ritardi da parte del Governo o delle Regioni vanno recuperati, affinché non solo i Centri antiviolenza ma tutti i soggetti che agiscono sul territorio, come la scuola e le forze dell'ordine, possano lavorare e realizzare azioni concrete”.

 


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