Berlusconi? «Sbaglierebbe molto se si sfilasse. È interesse dell`Italia che le riforme si facciano a larga maggioranza». Il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda è determinato: «La nostra intenzione è di approvare la legge elettorale al Senato entro gennaio, con un continuo raccordo con la Commissione affari costituzionali della Camera in modo da ridurre al minimo le necessarie modifiche».
Il ministro Boschi ha fatto intravedere le possibili modifiche: Il risultato sembra una legge molto bipartitica....
«Nessuno può dire oggi quali saranno gli effetti di una legge elettorale sul quadro politico futuro. Il problema numero uno in Italia - ma non solo, basti pensare alle attuali difficoltà del presidente Obama - è quello di avere un governo che possa governare. È questo è il principio a cui ci siamo sempre ispirati».
Di sicuro gli alleati del governo non la pensano così, a cominciare da Ncd. Non teme contraccolpi sul governo?
«Ricordo che Ncd ha effettuato una dolorosa scissione da Fi in nome della governabilità. Credo che rimarrà fedele a questa linea».
Fatta la legge si finisce alle urne?
«Assolutamente no, l`obiettivo è il 2018, ma un Paese come l`Italia non può stare senza legge elettorale».
Qualche giornale ha scritto che Berlusconi fa melina sulla legge elettorale per chiedere una modifica della Severino sulla sua decadenza...
«L`ho letto anche io».
Il M5S, e non solo, fa polemiche sulla presenza del plurindagato Verdini al vertice di Palazzo Chigi...
«Le delegazioni dei partiti non le fa il governo. Noi del Pd facciamo la nostra. Fi decide della propria».
Il Pd rinnova l`invito al M5S a partecipare al processo di riforme?
«Certamente. Per noi le riforme vanno approvate con la maggioranza più ampia possibile. Finora M5S si è autoescluso, ma credo che sia anche suo interesse partecipare al disegno riformatore, nonostante il comportamento violento e illiberale tenuto ieri sera in aula».
Il Pd fa la politica dei due forni? Se Fi si sfila, è pronto a fare la legge elettorale con M5S?
«Se Fi si sfilasse sarebbe un vulnus al percorso riformatore».
E le polemiche di Renzi con Juncker sui burocrati?
«Possiamo dire che non siamo i soli».
In che senso?
«Sul Financial Times del 23 ottobre c`è un articolo che racconta come ben 14 membri dell`Ue abbiano fatto un passo ufficiale per chiedere che sul trattato di libero scambio tra Ue e Usa il presidente Juncker non tenga conto del parere del suo capo di gabinetto, Martin Selmayr».
E questo che significa?
«Che, evidentemente, c`è un problema di cambio di passo nelle politiche economiche europee che è sentito, non solo dall`Italia, ma da tanti Paesi, tra cui Francia e Germania».
Tra Juncker e Renzi sembra il dialogo tra sordi...
«Non mi pare. Nessuno in Italia hai mai detto che attuare politiche di sviluppo significhi non rispettare i vincoli di bilancio. Da noi la disoccupazione ha assunto livelli drammatici. E vorrei anche dire a chi si preoccupa del nostro debito pubblico che senza sviluppo il debito non riusciremo mai a ripagarlo».
C`è una forte fronda nel suo gruppo sul progetto di unioni civili della relatrice Cirinnà, che le equipara al matrimonio.
«Le unioni di fatto sono un fatto, lo ha detto il cardinal Pompedda. E uno Stato laico ha il dovere di regolarle. Oggi abbiamo un`assemblea di gruppo, dove tratteremo l`argomento».
Ci sarà la disciplina di voto?
«Il nostro regolamento prevede sui temi etici libertà di coscienza».
