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Crescita e lavoro: Cambiare l'Europa e far ripartire l'Italia - La newsletter di Marina Sereni

02 Settembre 2014




La ripresa dell'attività istituzionale, dopo una pausa estiva molto breve, lascia ben sperare. Non in una facile soluzione dei tanti problemi da affrontare, tra tutti quello drammatico del lavoro per milioni di italiani, giovani e meno giovani, quanto piuttosto nella ferma volontà del governo Renzi di intensificare ogni sforzo per realizzare le riforme.

Jobs act, delega fiscale, riforma della Pubblica Amministrazione, riforma della Giustizia, riorganizzazione del Ministero dei Beni Culturali, riforma del Terzo Settore e del Servizio Civile, accelerazione e semplificazione delle opere pubbliche, riforma della scuola, spending review: i capitoli sono ormai tutti aperti, per ciascuno di questi settori sono già state individuate le materie su cui intervenire con decreti legge e quelle che invece meritano un approfondimento ed un confronto più ampio e che perciò vanno modificate attraverso disegni di legge delega o con la prossima Legge di Stabilità. Il calendario di Camera e Senato è dunque già ricco di impegni, il Governo ha avanzato molte delle sue proposte (e non si tratta di "annuncite", ma di impegni verificabili giorno dopo giorno o passo dopo passo), ora la parola passa al Parlamento. Possiamo essere protagonisti di una grande stagione di cambiamento per rendere l'Italia più moderna ed efficiente, più giusta e più capace di crescere. Oppure possiamo iscriverci alla lista, già lunga, di chi retoricamente richiama la necessità delle riforme ma poi trova tutte le motivazioni per non farne nulla... Vedremo quale sarà l'atteggiamento di ogni forza politica e soprattutto del M5S il quale, dopo aver dichiarato di voler giudicare sul merito dei singoli provvedimenti, si sottrae al confronto su temi cruciali come quello della giustizia. Il Pd non può che scegliere la prima strada. Siamo una grande forza popolare, abbiamo le antenne, sul territorio e tra le forze economiche e sociali, per contribuire con le nostre idee ad approvare ed attuare riforme economiche e sociali che il Paese attende da decenni e che ora non sono più rinviabili.

Con lo stesso spirito riprenderemo il filo della discussione sulla riforma costituzionale e sulla legge elettorale. Seppure dopo un confronto faticoso e a tratti molto aspro, il Senato ha licenziato la riforma del bicameralismo e del Titolo V, il superamento delle Province e del Cnel. Ora a Palazzo Madama si potrà riprendere la legge elettorale e a Montecitorio avviare la seconda lettura della legge di riforma della Costituzione. Depositata la polvere delle polemiche urlate, spero sia possibile un confronto che punti a rendere il testo ancora più chiaro e convincente, in particolare per quanto riguarda la Riforma del Titolo V che forse al Senato - per ragioni più che comprensibili - non è stata al centro della discussione. 

Intanto in Europa si è entrati nel vivo. La nomina di Federica Mogherini ad Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Comune fa giustizia di tante chiacchiere ascoltate dopo il rinvio di luglio. È un riconoscimento per l'Italia ed è una responsabilità di cui dobbiamo essere consapevoli. Fare passi avanti decisivi nella costruzione di una visione comune dell'Europa sulla pace, sulla risoluzione dei conflitti e delle crisi in atto, è una delle condizioni essenziali per rilanciare il progetto europeo. La sfiducia di tanti nostri cittadini verso le istituzioni comunitarie si supera soltanto se l'Europa si dimostrerà capace di dare delle risposte concrete sia sul piano economico e sociale sia su quello della politica, delle relazioni con i nostri vicini, della difesa dei nostri valori fondanti.

D'altro canto le parole di Draghi hanno indicato con chiarezza che ogni stato membro può e deve fare la sua parte per aiutare l'Europa a ritrovare la strada della crescita e dell'occupazione. Abbiamo fatto bene a proporre un vertice specifico, tutto dedicato al tema della crescita economica. Chi conosce i meccanismi decisionali europei sa che le svolte non sono mai repentine. Proprio per questo è bene cominciare da subito ad individuare le proposte e le alleanze necessarie per convincere i partner europei a fare scelte coraggiose, innovative, per uscire dalla recessione e dalla crisi. La credibilità dell'Italia, in questo sforzo di cambiamento delle linee di politica economica dell'Unione, si misura fondamentalmente sulla nostra capacità di riformare noi stessi, il nostro sistema Paese. Così, dopo lo splendido risultato ottenuto con la nomina di Federica Mogherini, possiamo davvero diventare pienamente leader in Europa.

 


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