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Rai: parte piano tg. Giacomelli: "Si poteva osare di più"

25 Luglio 2014



Parte l'iter del piano di riforma dell'informazione Rai. Il cda condivide "a larga maggioranza" le linee guida illustrate dal direttore generale Luigi Gubitosi e ne riparlera' nella riunione del 31 luglio, quando probabilmente si arrivera' anche al voto. Il dg potrebbe dunque andare in vacanza forte dell'ok del consiglio. "E' confortante che anche a viale Mazzini si siano accorti che aveva ragione il governo quando ricordava che il modello informativo nato nel 1975 e' da tempo obsoleto", commenta il sottosegretario alle Comunicazioni Giacomelli, che anzi sottolinea: "Senza voler anticipare giudizi da quel che leggo mi pare di poter dire che si poteva anche osare di piu'". In cda si parla anche del futuro di Ballaro': il dg spiega che e' in dirittura d'arrivo la trattativa per affidare il timone del programma a Massimo Giannini, vicedirettore di Repubblica, gia' tra gli habitue' del salotto di Giovanni Floris. Una scelta nel segno della novita' e insieme della continuita', dunque, che suscita pero' qualche perplessita' in seno al consiglio. "E' un noto e bravo giornalista, ma stupisce che i vertici aziendali continuino a dare priorita' a giornalisti esterni e con un cosi' chiaro orientamento politico, piuttosto che valorizzare le numerose professionalita' interne", commenta Verro. La rivoluzione delle news punta su sinergia, ottimizzazione delle risorse e specializzazione delle testate e prevede la nascita di due super-redazioni: una composta dall'accorpamento di Tg1, Tg2 piu' Rai Parlamento, generalista e con un canale istituzionale, l'altra sara' formata da Tg3, Rai News, Tgr e Ciss, meteo e Web, con un'integrazione tra offerta nazionale, internazionale e locale. Nella pratica, i marchi e conduttori degli attuali tg rimarranno, ma le redazioni saranno unificate. Un'impostazione che convince la maggioranza del consiglio. Apertamente contrario il solo Verro, convinto che il dg si sia ispirato a "logiche da azienda privata che, specialmente in un momento in cui si discute di riforma della Rai, appaiono alquanto preoccupanti". I distinguo arrivano anche dall'Usigrai: "La Rai va riformata", ribadisce il sindacato dei giornalisti, ma "il progetto aziendale non puo' essere un prendere o lasciare. La riforma deve nascere dal confronto, dalla condivisione con le redazioni, con chi il prodotto lo realizza quotidianamente". "L'immobilismo e' la peggiore riforma possibile", dice il direttore del Tg2 Marcello Masi. Aprire un confronto e' indispensabile per garantire un futuro alla piu' grande azienda culturale del Paese. L'importante che siano chiari gli obiettivi. Una Rai autonoma dai Palazzi, capace di garantire agli abbonati un'informazione sempre piu' equilibrata, pluralista e autorevole.


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